È un’Itaca che “rifiuta” i rifiuti, questa. Il viaggio attorno alla conoscenza del nostro territorio, e della sua anima, fa tappa intorno alla questione delle questioni di questi giorni: la discarica di Magliano Romano. E lo fa, chiacchierando con Maurizio Lancellotti, lottatore “civico”. Come lo ha definito una collega giornalista a proposito del suo impegno in questa vicenda.

Maurizio si occupa di consulenza aziendale nell’ambito dell’information technology. Attualmente, come freelance collabora con una società di consulenza. Ha lavorato in precedenza come dirigente, in Italia e all’estero, presso primarie società internazionali, rivestendo incarichi di gestione di progetti. Nella lotta contro la discarica di Magliano supporta l’azione tecnico-legale dell’Associazione Ecologica Monti Sabatini. Io l’ho conosciuto oltre dieci anni fa. Quando la lotta, doppia, contro la discarica si svolse a Riano. Lì riuscì fra l’altro a collocare un tassello importante all’intero mosaico di lotta: una Petizione al Parlamento Europeo, che permise di portare le ragioni dei lottatori, appunto, in Europa, spingendo l’allora Commissario ad inviare una lettera in Europa per segnalare che Riano non era più un’opzione. La settimana scorsa in Regione durante la Commissione congiunta Rifiuti e Trasparenza, ha rappresentato l’associazione.

Maurizio, perché il sito di Magliano è inidoneo? “Il sito si trova in area non idonea in sé ad ospitare rifiuti. Per via delle distanze dal centro abitato e da centri sensibili (scuole); per la sua vicinanza ad un’area protetta (Parco di Vejo); per la situazione idrogeologica; per la conservazione dell’habitat (valenze naturalistiche e corridoi ecologici, in primis)”.

Che discarica dovrebbe essere? “Il sito di Magliano Romano è autorizzato per una quantità sufficiente appena a rendere Roma indipendente per un anno. Il sito non rientra fra le aree “bianche”, dove cioè si possono realizzare discariche, ma la Regione prima dell’emanazione ha modificato il Piano aggiungendo tre righe che renderebbero possibile questa operazione. Il paradosso sta qui: che se i rifiuti li porti ex novo non puoi, ma se lì già insiste una discarica di inerti sì. Quel che noi sosterremo al TAR è che cambiare tipologia di rifiuti non è una modifica di impianto esistente, bensì a tutti gli effetti un nuovo impianto”.

Questione tecnica o politica questa vicenda? “La dipendenza dei tecnici dalla politica è evidente proprio negli atti autorizzatori di Magliano, dove grande enfasi è posta sul tema della supposta emergenza e sulla potenziale procedura di infrazione europea da evitare, mentre poco spazio è concesso alle presunte ragioni di idoneità. La commistione fra azione tecnica e politica è, quindi, negli stessi documenti dei tecnici…”.

Quali i tempi del TAR? “Il ricorso va presentato entro 60 giorni dall’autorizzazione, quindi a breve. Presenteranno ricorsi sicuramente il comune di Magliano Romano, che ha già affidato incarico e stanziato fondi, probabilmente quello di Castelnuovo di Porto, inoltre so che anche Morlupo sta valutando lo stesso, ancora dovrebbero presentare ricorso pure il comitato di Magliano e l’associazione Monti Sabatini. Nei ricorsi si chiederà la sospensiva in attesa del giudizio. Di solito, per questo tipo di ricorsi, i tempi del procedimento non sono lunghissimi, parliamo di pochi mesi. Chiunque vinca è del tutto probabile che la controparte ricorrerà al Consiglio di Stato. Diciamo che verosimilmente entro il prossimo autunno le sorti saranno decise”.

Quali analogie tra questa lotta e quella di Riano? “Analogie poche, differenze molte e tutte in negativo. A Riano, dal punto di vista tecnico, non è mai stata autorizzata la discarica, piuttosto individuata in emergenza e poi ritirata; a Magliano, invece, si è tenuto ad arte aperto il procedimento per anni, quando avrebbe dovuto concludersi in 120 giorni e quindi, guada caso, si è modificato il piano rifiuti, per bypassare il sistema dei vincoli. Quindi, per la prima volta deciderà tutto il Tribunale e magari un giudice che abita a Roma, con sotto casa i cassonetti pieni e con la pressione politica… Dal punto di vista politico questa volta abbiamo contro non solo Roma e la Regione, ma anche lo Stato, perché non serve Magliano solo a tappare il problema di Roma almeno per un anno (salvo poi allargarsi),  bensì anche a risolvere una potenziale infrazione europea, che pertiene alla regione ma che deve pagare lo Stato… Dal punto di vista civico, c’è molto torpore, non so se per il Covid o per la guerra, fattori che portano a chiudersi in sé e a preoccuparsi della salute e dell’incolumità propria e dei familiari, o ancora per l’“al lupo al lupo”, per cui dopo tanti allarmi (purtroppo giustificati) ora nessuno crede più al pericolo, o per rassegnazione o perché non si è riusciti a creare un network civico intercomunale o ancora  perché si pensa ‘meglio a Magliano che al nostro paese’, senza capire che questo sarà un cavallo di troia: se passa Magliano, qualsiasi sito di inerti sarà in pericolo, a cominciare da Riano! Manca al momento un’adeguata resistenza civica e questo conta molto e pesa negativamente”.

A che punto è Roma con la raccolta porta a porta? “É messa malissimo, è ferma ai tempi del sindaco Marino: differenzia intorno al 45%. Il resto finisce in impianti sgangherati, che stabilizzano male i rifiuti e fanno poco più che trito vagliarli. Italo, basta che ti leggi l’articolo su Albano… e capisci che la prossima discarica avrà il potenziale impatto di una nuova Malagrotta: tanti rifiuti, appena sminuzzati ma di fatto non inertizzati”.

Quale alternativa alla discarica? “Quella di continuare a portare fuori i rifiuti ad interim e nel frattempo aumentare la differenziata e potenziare l’impiantistica di riciclo, magari mettendo mano di nuovo al Piano Rifiuti: se a Milano il 65% dei rifiuti viene differenziato, il 34% bruciato ricavando energia e solo l’1% conferito in discarica, perché non si può fare anche a Roma? E perché invece si dovrebbero poi usare discariche di inerti per accogliere la metà dei rifiuti della capitale, per di più in un sito inidoneo come quello di Magliano Romano? Solo perché è già pronto ed è fuori Roma?”.

E l’Europa? Sei riuscito anche stavolta a chiamarla in causa? “Sì, l’Associazione Monti Sabatini ha deciso di adire la Commissione Petizioni, la richiesta è stata accolta e si è in attesa della calendarizzazione. Con la speranza che anche questa volta l’Europa ci venga in soccorso…”.

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