Una delle notti più attese dell’anno è forse anche quella su cui si scrive, discute e sogna di più delle altre. Tutti attendiamo il 10 agosto per catturare una stella cadente con lo sguardo e poter esprimere almeno un desiderio. Di nascosto, che se lo dici ad alta voce c’è rischio che non si avveri. Nell’istante in cui vediamo una di quelle scie luminose e velocissime torniamo bambini e diventiamo tutti un pò superstiziosi, anche i più razionali si lasciano affascinare. Ma cosa si sa dello sciame di meteore, detto perseidi, che ogni anno torna a farci pensare alle cose che desideriamo di più?

Il MITO E IL SACRO

Lo sciame delle perseidi – visibile, in realtà, dalla fine luglio e per tutto il mese di agosto all’incirca – prende il nome di “Lacrime di San Lorenzo” secondo la tradizione cristiana del pianto di San Lorenzo Martire che si avvia verso la morte. Ma andando ancora più indietro nel tempo, oltre al significato religioso trova spazio anche il mito. L’origine del nome è nella leggenda di Perseo e Andromeda, minacciata da un mostro marino e salvata dallo stesso eroe che sconfisse Medusa. Alla sua morte, fu la dea Athena a trasformarlo in una costellazione per onorare la sua forza. Andromeda in verità, è vittima della vanità della madre Cassiopea che sosteneva di essere la più bella tra le Nereidi ( creature marine dall’aspetto di ninfe ). Le altre, offese, chiesero a Poseidone di punirla e l’unica soluzione per fermare il mostro marino inviato dal Dio si rivelò essere il sacrificio di una vergine. Così, la disgrazia di Cassiopea ricadde sulle spalle della figlia Andromeda che fu incatenata ad una rupe rocciosa in attesa della morte. Perseo la vide e se ne innamorò all’istante. Andromeda, ancora spaventata, dopo un primo momento di diffidenza gli rivelò la sua storia e Perseo riuscì a chiederla in sposa ai suoi genitori e uccidere successivamente il mostro marino, salvandole la vita. La leggenda vuole che i sei figli di Perseo e Andromeda divennero loro stessi parte della costellazione creata, di fatto, da Athena. Le perseidi sono dunque, secondo il mito, identificate con la progenie dell’eroe da cui prendono il nome. 

 

LA SCIENZA LONTANA NEL TEMPO

Già nel 36 a.c. i cinesi fecero le prime osservazioni sullo sciame delle perseidi, e nel 150 a.c. grazie agli studi dell’astronomo Tolomeo si ebbe una prima mappa della lettura del cielo. Nell’emisfero australe le costellazioni hanno nomi spesso legati alle invenzioni tecniche dell’epoca – come l’orologio o il compasso –  mentre quelle del nostro emisfero devono il nome sovente alla tradizione Greca e la relativa mitologia. Già da diversi anni, il culmine dello sciame di meteore è visibile nelle notti del 12 e 13 agosto; le stelle cadenti sono in realtà delle rocce molto piccole che, attratte dalla gravità terrestre, nell’impatto con l’atmosfera si infuocano. Ciò che noi vediamo è la loro scia di combustione. Le rocce sono a loro volta frammenti di una cometa che si staccano quando questa passa vicino al sole.     Le lacrime stellari però, non sono destinate a vita eterna: la cometa che periodicamente orbita intorno al sole perderà col passare del tempo sempre meno rocce sicché, alla fine, non andrà più a generare il fenomeno delle affascinanti scie luminose. Ma per questo, c’è tempo: abbiamo ancora molti anni per goderci lo spettacolo che la cometa Swift – Tuttle, ci regala con i suoi detriti infuocati. E ci aiuta a sognare, specialmente nelle ore che precedono l’alba, momento in cui sono maggiormente visibili. 

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