Il giostraio di Capena non ce l’ha fatta. Luigi Cena, 65 anni, è deceduto questa notte in seguito alle ferite provocate dalla selvaggia aggressione subita domenica scorsa nel corso della centesima edizione della Sagra dell’Uva.

Nella tarda serata era stato aggredito da un branco di nove ragazzi tutti ventenni: nel gruppo, sembra fosse presente anche un minorenne di 17 anni. Volevano girare sulla giostra senza pagare, l’uomo ha protestato ed è scattata l’aggressione. Probabilmente si trattava di una provocazione. E’ stato sorpreso alle spalle, spinto a terra e preso a pugni e calci dal branco selvaggio che ha infierito colpendo l’uomo soprattutto alle testa.

I soccorsi sono stati immediati ma le condizioni dell’uomo sono apparse subito molto gravi agli uomini del 118 che lo hanno portato in pochi minuti al pronto soccorso del S. Andrea, dove è stato ricoverato in rianimazione. Questa notte il decesso che cambia radicalmente l’ipotesi di reato per i nove giovani coinvolti: dall’accusa di aggressione si passa all’accusa di omicidio. Lo stabilirà il magistrato.

Il racconto del paese

Abbiamo fatto un giro per le vie del paese e ascoltato i cittadini turbati dall’estrema violenza della vicenda e dai protagonisti. Luigi era uno di loro. E’ dai primi anni ‘70 che il padre, Nando, installa le giostre nel paese, in genere  a fine settembre, poco prima della Sagra per poi smontare le installazioni a fine ottobre, certamente dopo il 18 ottobre festa del patrono. Una presenza che segna la stagione, costante e puntuale tanto da aver creato relazioni, amicizie , affetti. Luigi, in particolare, era molto legato a Capena dove aveva scelto di abitare con la sua famiglia. Persona per bene conosciuta da tutti. 

La ricostruzione

Nei  racconti avanza forte il sospetto che l’aggressione non è sia stata frutto del caso ma inserita nel contesto di una faida familiare. Sembra infatti che poco distante dagli impianti di Luigi  erano in funzione quelli gestiti da suo fratello. Tra i due  i rapporti erano tumultuosi tanto che in Comune le due società di giostre che operavano nello stesso spazio del parcheggio al centro del paese, avevano presentato piani per la sicurezza distinti, proprio perché i due titolari non volevano avere alcun genere di rapporto. Il branco, secondo il racconto dei cittadini del paese il giorno dopo, era impegnato a smontare i giochi vicini come se nulla fosse accaduto. 

Le indagini

I carabinieri in servizio per la festa sono intervenuti tempestivamente e chiamato a supporto una pattuglia radiomobile della Stazione di Monterotondo. I militari hanno proceduto ad identificare subito tutti i ragazzi coinvolti nel pestaggio  che sono rimasti a piede libero come previsto dalla legge. La morte di Luigi però cambia i connotati  di una semplice storia di rissa che passa così nel territorio dell’omicidio. Le indagini con la morte del giostraio accelerano  gli adempimenti e gli accertamenti necessari a far luce sul caso e individuare le responsabilità.

Il paese è attonito, incredulo, sbigottito. Le giostre Cena animano l’autunno di Capena da 50 anni e senza mai un incidente, una rissa, un litigio. Hanno sempre portato luci e musica, solo divertimento. Mai violenza e morte.

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