Il genio, il trasformismo e la passione di Lindsay Kemp. All’amore per il maestro e per le sue celebri coreografie che hanno fatto epoca e scuola è stato dedicato il Premio Lindsay Kemp, che ha aperto sabato 13 luglio la terza edizione del Lunga Vita Festival, kermesse diretta dal giovane Davide Sacco che continuerà fino al 22 luglio all’Accademia Nazionale di Danza

La serata in onore del coreografo è stata guidata dai suoi collaboratori più cari, David Haughton e Daniela Maccari ed ha visto trionfare le Olmaske con la coreografia creata da Valeria Maria Lucchetti ed interpretata dalla stessa Lucchetti insieme a Tatiana Giardina e Vanessa Nacci, sulle musiche originali ispirate a Kurt Weill di Massimo Carrano.

In giuria tra coreografi internazionali e giornalisti di settore, spicca l’arrivo di Sandy Powell, tre volte Premio Oscar e due volta Bafta, grande amica e collega di Kemp, a cui è stata consegnata una targa per la sua carriera, seguita dal compositore Tim Arnold, dall’attrice Veronica Pivetti e dal pluripremiato hairstylist Massimo Gattabrusi.

Per quanto riguarda la coreografia risultata vittoriosa, abbiamo contattato la creatrice, Valeria Maria Lucchetti. Ecco le sue parole.

Siamo umani, sì siamo umani, eppure lo si dimentica… Forse perché la macchina tecnologica ha preso il sopravvento e ci si immerge così in essa inconsciamente, la si simula, e questa inizia a svezzarci come se fossimo i suoi figli. E diventiamo i figli degli ingranaggi, non più della terra e della terra non sappiamo più sporcarci, anzi… La temiamo.

Fulcro della realizzazione coreografica risiede in tale sentenza: ho sognato l’umanità, svilita e travisata dalle compagini industriale e politica spersonalizzanti, che auspica di disintegrare la maschera di automa e l’aura straniante in cui giace immersa.

L’anima auspica lo smantellamento di una maschera di automa che la offusca, affinché possa abbracciare la carne nel dolce connubio dei respiri della libertà che si chiamano Vita.

Ed è per questo che nel finale della coreografia togliamo tutti la maschera.”

Applausi.

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