Era il primo giugno 2022 quando l’iniziativa della maestra Debora Barbi, insegnante presso la Scuola Primaria “Giuseppe Di Matteo” di Via San Pellegrino, iniziò a concretizzarsi, sotto il nome di “Piedibus Morlupo”.

L’Amministrazione Comunale di Morlupo ha sostenuto sin da subito l’iniziativa, organizzando una giornata dimostrativa per accompagnare a scuola alcuni alunni, a piedi ma in tutta sicurezza, supportati dalla Polizia Locale, dalla Protezione Civile, dal Sindaco Ettore Iacomussi, dal vicesindaco Pietro Camponeschi e dell’Assessore alla scuola Anna Cecchitelli, in veste di volontari accompagnatori.

Nei mesi successivi, la maestra Debora Barbi, insieme ad un gruppo di soci fondatori, ha dato vita ad una nuova Associazione di Volontariato, denominata “Cammin Facendo” con l’obiettivo primario di gestire il servizio gratuito Piedibus Morlupo, per ora a beneficio dei soli alunni della scuola “Di Matteo”.

Così, dopo avere ufficializzato la nuova Associazione e dopo avere predisposto tutte le assicurazioni a tutela dei volontari, il servizio ha preso il via ufficialmente il 2 febbraio 2023, contribuendo anche ad “alleggerire” il pesante traffico veicolare che inevitabilmente si crea nelle vicinanze della scuola durante l’orario d’ingresso. L’associazione ha chiesto ed ottenuto, per il progetto Piedibus Morlupo, il patrocinio del comune di Morlupo.

Molte sono state le adesioni da parte degli alunni che hanno accolto con grande entusiasmo la novità. Ma numerose sono state anche le adesioni da parte di cittadini che si sono iscritti all’Associazione come volontari accompagnatori: persone fidate e conosciute, mamme, nonni in pensione, insegnanti, concittadini che si sono voluti rendere utili per il proprio paese e per i ragazzi.

E fare qualcosa per loro non vuol dire solamente offrire nuove e divertenti opportunità, ma anche e soprattutto educare alla sostenibilità, alla salute, insegnando a mettersi in gioco in prima persona per provare a dare un futuro più pulito a tutti noi e al bellissimo mondo che ci ospita.

In sintesi, il Piedibus è un autobus che va a piedi, ed è formato da una carovana di bambini che vanno a scuola in gruppo, accompagnati da due adulti. Il Piedibus parte da un capolinea e seguendo un percorso stabilito porta i bambini a scuola rispettando l’orario prefissato. Il Piedibus prevede minimo due accompagnatori adulti, uno in testa che “conduce” ed ha il compito di regolare la velocità del Piedibus in base alle esigenze, ed uno in coda che funge da chiudi fila.

 

Gli accompagnatori indossano obbligatoriamente le pettorine ad alta visibilità fornite dall’Associazione, così come i bambini.

L’accompagnatore di turno ha il compito di compilare il diario di bordo con le presenze, raccogliere eventuali segnalazioni riferite a problematiche riscontrate (ostacoli sul percorso, bambini che non rispettano le regole, ecc.) e proposte di miglioramento da comunicare ai referenti del progetto.

Il Piedibus è il modo più sano, sicuro, divertente ed ecologico per andare a scuola: viaggia col sole e con la pioggia e, lungo il percorso, i bambini chiacchierano con i loro amici, imparano cose utili sulla sicurezza stradale e si guadagnano un po’ di indipendenza.

Ricordiamo che l’adesione al servizio Piedibus Morlupo è gratuita ed accoglie tutti i bambini che vorranno aderire in qualsiasi momento ed inoltre potranno prendere il “Piedibus” con la frequenza che preferiscono.

Unico obbligo per i genitori è quello di leggere il regolamento ed inviare il modulo di adesione al seguente indirizzo mail: piedibus.morlupo@gmail.com.

L’Associazione “Cammin Facendo” non vuole limitarsi solo alla gestione del servizio Piedibus. E’ infatti intenzione del Consiglio Direttivo di promuovere, a beneficio di tutti i bambini scritti, varie iniziative aventi come comune denominatore il camminare in gruppo, la cura e la salvaguardia dell’ambiente.

Debora Barbi, come Presidente dell’Associazione Cammin Facendo, ci tiene a sottolineare alcuni aspetti importanti: “All’inizio di questa avventura in cui era tutto nuovo e molto intricato (la sicurezza di bambini e volontari era la priorità e l’aspetto più importante da tutelare) ho avuto la fortuna di avere l’appoggio incondizionato da parte dei 6 soci fondatori che mi hanno seguito in questo progetto che sembrava difficile da realizzare. Un passo alla volta abbiamo districato insieme i problemi che ci si presentavano nell’organizzazione e lentamente la strada davanti a noi si è spianata, riuscendo a capire bene quale fosse il cammino da percorrere. Di certo la collaborazione e la condivisione sono stati gli aspetti fondamentali per riuscire nella realizzazione di questo progetto. Ho trovato grande sostegno da chi già conoscevo ed ho avuto la fortuna di conoscere inoltre nuove persone bellissime. Persone che si sono messe in gioco insieme a me, che dedicano del tempo quotidianamente in questa iniziativa, nonostante le famiglie, i figli e gli impegni di lavoro. Senza di loro tutto questo senza di loro non si sarebbe potuto realizzare. D’altronde questa è l’essenza del volontariato.”

Io sono originaria di Verona – prosegue Debora Barbi – e proprio questo ha fatto la differenza. Nella città in cui sono nata il Piedibus è una realtà consolidata da ormai più di 15 anni. Il servizio così come l’ho conosciuto io è ben più ampio e articolato perché non solo coinvolge diverse scuole in rete   ma prevede, ad esempio, anche progetti di “bicibus”. Quello che ho sempre apprezzato in questo tipo di progetti e che a mio avviso sta alla base di una sana educazione è l’idea di incentivare e sviluppare l’autonomia dei bambini”.

Il modello educativo a cui io mi ispiro in tutto ciò ed anche come mamma è quello di tipo scandinavo, in cui il bambino è lasciato libero di fare, provare, sperimentare e sbagliare, senza apprensioni ma cercando di trarre insegnamento dai propri errori e dalle esperienze. Fondamentale in questo tipo di educazione è il contatto con la natura, all’aria aperta. Non esiste un “no perché fa freddo” o un “no perché ti sporchi”. Se fa freddo ci si copre e se ci si sporca ci si può lavare. Non dimentichiamo che i nostri figli hanno vissuto le restrizioni del lockdown e questo non può che spingerci come genitori, ad offrire momenti autentici di crescita, insegnando loro a mettersi in gioco da soli, ma anche a socializzare ed affrontare situazioni nuove.”

L’indipendenza di un bambino passa attraverso la libertà di fare da solo”.

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