Trasformare il Tevere in segno identitario della comunità  e come tale valorizzarlo insieme agli altri comuni che si affacciano sulle sue sponde. Così Ponzano torna a  giocare un ruolo alla pari con gli altri centri nella gestione  dei beni comuni e nell’approfittare delle opportunità di sviluppo che offrono. Queste le ragioni che hanno spinto il consiglio comunale, nell’ultima seduta, a dare la sua adesione al Contratto di Fiume Valle del Tevere. Con l’atto si recupera un ritardo di sei anni dovuto ad una scelta di estraneità da tutto, perseguita per troppo tempo. Porta la data del 2014 infatti l’accordo siglato nel manifesto d’intenti da 15 comuni da Orte alla riserva Tevere Farfa per dare via la percorso di valorizzazione del fiume.

Ponzano insieme ad altri 15 comuni della zona

Ponzano ora fa parte del progetto insieme a Filacciano, Nazzano, Torrita Tiberina, Orte, Gallese, Civita Castellana, Otricoli, Magliano Sabina che è il comune capofila, Collevecchio, Stimigliano, Forano, Poggio Mirteto, Montopoli Sabina, la Riserva Tevere Farfa e l’Arap portando il numero dei soggetti aderenti a 16 e coinvolgendo un territorio grande più di 500 ettari. Il percorso indicato dal Contratto di fiume è il tentativo di individuare uno strumento condiviso con regole comuni per programmare la riqualificazione dei bacini fluviali. “Dietro queste parole un pò burocratiche c’è la voglia di strappare il fiume ad una marginalità – spiega l’assessore Sergio Papa – che alla lunga trasforma le sue rive in terre di nessuno, e farlo  tornare ad essere parte vive ed  integrante  della comunità. Una sua risorsa preziosa come lo è stato per secoli”.

Il Contratto nasce per coinvolgere pubblico e privato

Il  nuovo strumento in definitiva fornisce un sistema di regole  per far si che questo processo di recupero coinvolga la parte pubblica in tutte le sue articolazioni ma anche, e soprattutto, i privati con iniziative avanzate di carattere ambientale e servizi. Dice il sindaco Sergio Pimpinelli: “Torniamo così ad esserci nei processi che riguardano i territori intorno a noi. Usciamo da un isolamento forzato, ed insieme alle altre comunità torniamo a guardare le nostre terre con uno sguardo di rispetto ed al fiume come risorsa economica oltre che di storia e cultura”.

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