Bocciate dalla Regione due iniziative urbanistiche dei comuni di Capena e Fiano Romano.

Avrebbero complessivamente  incrementato la popolazione residente di circa 700 persone. Quasi il doppio del comune di Filacciano che di abitanti ne conta 450.

Nel dettaglio il progetto di Capena avrebbe portato almeno 250 nuovi residenti, quello di Fiano circa 400 più un ennesimo centro commerciale. Le due proposte sono state bocciate dalla Giunta Regionale nella stessa seduta del 13 gennaio a conclusione dell’istruttoria condotta dalla direzione dell’assessorato urbanistica.

Diverse le modalità utilizzate dai due comuni, Piano Urbanistico Attuativo da parte di Fiano, Piano Integrato in variante del Prg da parte del Comune di Capena.

Entrambi hanno il medesimo filo conduttore: coinvolgono i privati. In sostanza questi realizzano opere pubbliche e in “compenso” beneficiano di maggiori cubature. Cioè un paese in più nella valle avvelenata.   

Il Progetto di Fiano

Il piano è stato approvato dal Consiglio comunale il 9 luglio del 2020 ed aveva come obiettivo il completamento del Polo Didattico Sportivo in località Belvedere, un’area a ridosso dello Stadio e della Tiberina. L’ambito individuato è un perimetro ritagliato tra attrezzature pubbliche esistenti, tra cui una scuola dell’infanzia, una scuola primaria, un campo di calcio e un palazzetto dello sport. Il PUA (piano urbanistico attuativo) raccoglie quindi aree non ancora utilizzate (58,74%) e una porzione consistente di area agricola (41,6%), oltre tre ettari.

Trasforma queste aree classificate di scarso valore agricolo, in residenziali, turistico-recettivo, produttivo e direzionale limitatamente a uffici, artigianato di servizio, attrezzature sportive, sanitarie, culturali e di uso pubblico in genere. La metà della superficie invece può essere destinata a commerciale, limitatamente a pubblici esercizi, esercizi di vicinato e medie strutture di vendita. L’area  edificabile viene anche maggiorata. La parte aggiuntiva è in funzione del valore equivalente delle opere pubbliche. Nello schema di convenzione non è indicata la procedura con la quale si arriva a definire il valore equivalente e il costo delle opere pubbliche. Insomma la Regione ha considerato l’operazione  a dir poco confusa e non condivisibile. 

Piano Capena 

 

Il piano è relativo alla riqualificazione urbanistica del comprensorio in località Monte le Mole è stato varato dal Consiglio comunale il 29 novembre 2019, (programma integrato). Prevedeva di realizzare nell’area dell’ex frantoio sociale, un insediamento residenziale per circa 250 abitanti, ai proprietari veniva concesso un indice edificatorio eccezionale ed in compenso avrebbero costruito una rotatoria sulla provinciale in località Maleranca, sede di un incrocio con varie strade comunali e molto pericoloso, impegnando un importo pari a circa 500/600 mila euro. Questa la risposta della Regione: “Gli interventi proposti sia nel Programma Integrato, sia nell’opera pubblica non si configurano come rilevanti dal punto di vista urbanistico ed edilizio, infatti, non emerge la pluralità di funzioni, (integrazione di diverse tipologie), peculiarità essenziale per realizzare la riqualificazione e riorganizzazione del territorio, tra l’altro ubicati lontano dal centro abitato in un ambito ancora a vocazione agricola, non perseguendo appunto l’obiettivo di legge volto alla ricomposizione del tessuto urbanistico. Inoltre, data la modesta estensione del terreno si verifica una notevole densificazione raggiungendo l’Indice di fabbricabilità territoriale 1,656 mc/mq di gran lunga superiore agli indici medi delle zone di espansione residenziale”.

 

 

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