Nella foto scena del film Tre tigri contro tre tigri girata in Via Codette.

A Riano, più precisamente lungo il tratto di strada di Via Codette, in questo caso nella direzione di marcia che va dalla stazione di Sacrofano a Riano, nel 1977, furono girate diverse, e lunghe, scene del film Tre tigri contro tre tigri di Sergio Corbucci e Steno.

Nella sequenza scenica dell’episodio filmato in questo territorio il rappresentante d’abbigliamento Oscar Bertoletti (interpretato da Enrico Montesano), in realtà un improbabile evaso dal carcere, mentre viaggia in auto su una strada di campagna, viene adescato da Lucrezia Marini (impersonata da Dalila Di Lazzaro), un’apparente nobildonna giovane, vistosa e libertina, rimasta in panne con la sua auto. In realtà, la donna è un’attrice impiegata da Nanni Loy (che nel film interpreta sé stesso) per il suo pro-gramma di candid camera “Specchio segreto”.

Nella foto scena del film Tre tigri contro tre tigri girata in Via Codette.
Nella foto il tratto di strada di Via Codette del ponte con vista verso Roma oggi.

La commedia, un film cosiddetto “collettivo”, il cui soggetto e la cui sceneggiatura portano la firma di Mario Amendola, Castellano e Pipolo, Sergio Corbucci, Jack Guerrini, Cochi Ponzoni, Renato Pozzetto ed Enrico Vanzina, della durata di 115 minuti, con scenografie di Mario Ambrosino e Andrea Crisanti e colonna sonora di Guido e Maurizio De Angelis, riscosse un notevole successo di pubblico, tanto che l’anno seguente fu girato un ideale sequel, sempre in tre episodi e sempre con gli stessi attori, dal titolo “Io tigro, tu tigri, egli tigra”.

“Esile e sguaiata commediola a tre scomparti ˗ scrive Massimo Bertarelli su ‘Il Giornale’ il 16 luglio 2001 ˗ diretta dallo strano tandem Sergio Corbucci-Steno, niente più che la solita farsa sul sesso, dove la volgarità (mai abissale, per fortuna) fa premio sull’umorismo. La scenetta meno scema è la seconda, anche se di candid ne abbiamo fin sopra i capelli”.

Nella foto scena del film Tre tigri contro tre tigri girata in Via Codette.

“Sergio Corbucci e Steno firmano questo film, che vorrebbe far ridere (ma soprattutto far cassetta). Purtroppo ˗ è scritto nella recensione, firmata ‘m. ac.’, apparsa su ‘l’Unità’ del 24 settembre 1977, in occasione della ‘prima’ del film ˗ la risata arriva assai di rado, perché “Tre tigri contro tre tigri” sembra realizzato con tutti gli avanti televisivi possibili e immaginabili. Non c’è alcun filo conduttore e non basta, per assicurare il successo di un prodotto, mettere insieme Cochi, Renato, Enrico Montesano e Paolo Villaggio, aggiungendovi Kirsten Gille, Dalila Di Lazaro e Anna Mazzamauro. […] Nel secondo «pezzo» Enrico Montesano, evaso da un carcere, vive una incredibile avventura con una attraente marchesa più che disponibile. Tutto sembra ordinato a bella posta: ma da chi? Non vi sveleremo l’unica trovatine del film. […] “Tre tigri contro tre tigri” sembra appartenere ad un genere comico di moltissimi anni fa: che ancora però prevale nella nostra televisione domenicale. Quando ce ne libereremo sarà sempre tardi.”

Nella foto il tratto di strada dopo il ponte di Via Codette oggi.

Il titolo è un puro scioglilingua e trova derivazione dal numero degli episodi narrati nella pellicola e dal fatto che ognuno dei tre episodi vede impegnati un trio di protagonisti.

Nel primo episodio, in cui la scena della grotta bloccata da un masso è stata girata nei pressi di Sacrofano, gli attori principali sono Renato Pozzetto (don Cimbolano), Cochi Ponzoni (padre Joe Martini), Massimo Boldi (il portalettere Romeo), Kirsten Gille (Diana, moglie di Joe) ed Ester Carloni (la perpetua di don Cimbolano).

Nel terzo episodio i protagonisti sono Paolo Villaggio (l’avvocato Scorza), Anna Mazzamauro (Giada Nardi), Daniele Vargas (l’avvocato Berchielli), Renzo Marignano (Lorenzo, il marito di Giada), Dino Emanuelli (l’avvocato Dal Pino), Ferruccio Amendola (l’addetto alla torre di controllo) e Annie Papa (l’amante di Lorenzo).

Nel film, il cui incasso superò in Italia i tre miliardi di lire, il finto direttore d’orchestra, che fa da col-lante ai tre episodi, è Paolo Villaggio.

Nella foto un tratto di strada di Via Codette oggi.

Nel ripercorrere di recente Via Codette partendo dal km 19 della Flaminia verso Riano, a cominciare soprattutto dal ponte immortalato nelle fotografie, tratte dal film grazie all’amico Carmelo Sorbera, e confrontando, per quanto possibile, le scene della pellicola girata circa cinquant’anni fa con l’oggi, ho potuto constatare i cambiamenti ambientali, e urbanistici, avvenuti nel tempo sul tratto di strada, il cui “contest” è comunque rimasto popolato da tanta vegetazione e dalla stessa linearità di percorso di allora. A dimostrazione della potenza della natura, che a distanza di decenni lascia tracce indelebili e inequivocabili. A dimostrazione, ancora una volta, di ciò che pare lapalissiano assai, e cioè che il bello cinematografico sta nel rimandare ai posteri luoghi e momenti senza tempo. Dove gli spazi restano invece, e per fortuna, vivi e rintracciabili più che mai.

Nella foto scena del film girata in Via Codette.
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