Sono assai “ricicloni” i comuni del distretto Cassia, Flaminia e Tiberina.

La gente che abita le colline sporca poco il mondo. La  pratica della raccolta differenziata è prassi, con percentuali quasi europee che oscillano dall’80 al 60%. Solo in due piccoli comuni si ferma sotto il 50%. Così racconta il rapporto Legambiente 2021 presentato nei giorni scorsi durante la VI edizione dell’Ecoforum.

Nell’occasione i sindaci e gli amministratori di Magliano Romano, Morlupo, Sacrofano, Campagnano, Castelnuovo di Porto e Filacciano hanno rifiutato il premio previsto, per sottolineare la contrarietà loro e delle loro comunità alla realizzazione di una discarica da 900 mila tonnellate nelle terre di Magliano Romano a ridosso del Parco di Veio.

Indossando una maglietta hanno fatto sapere che non ci stanno ad essere “ricicloni e mazziati”. I numeri del documento dicono che le persone che abitano le colline dei centri intorno alla futura discarica non hanno bisogno e non meritano l’apertura dell’impianto. 

I numeri

A Castelnuovo di Porto la raccolta differenziata dei rifiuti supera l’80% (80,39 per l’esattezza) segue Morlupo con il 79,01, Sacrofano con il 77,90 e Magliano Romano con il 75,7. In scia ai quattro comuni più virtuosi Ponzano Romano con il 71,5, S.Oreste con 71,4 e Formello con il 71.1. A  poca distanza Campagnano con il 70,2 e Capena con il 70,1. A seguire Rignano FlaminioFilacciano raggiungono  il 69,4, ma il piccolo centro tiberino  si aggiudica il primo premio per il recupero dell’olio esausto, Riano 65.1, Fiano Romano 64,4 e Nazzano con il 62,6. In coda, un po’ staccati, Civitella S. Paolo con il 47.60 e Torrita Tiberina che si ferma al 45,4. Complessivamente nel Lazio i comuni “ricicloni”, cioè quelli che fanno più del 65% di raccolta differenziata, sono cresciuti a quota 203 su 378. Nel rapporto precedente erano 177. Quelli sotto la soglia “riciclona” sono 175 e tra questi campeggia la Capitale, ancora oggi lontana  addirittura dal 50%. e che trascina in basso la media provinciale.

Nel Lazio produciamo 492 chili di rifiuti a testa

Ogni cittadino nel Lazio produce in un anno 492 chili di rifiuti. Va meglio di 10 anni fa, quando ognuno di noi ne produceva 106 chili in più a testa, cioè 598. Il Lazio è arrivato a superare il 52% di raccolta differenziata media: c’è stato un forte aumento negli ultimi cinque anni ma siamo ancora molto distanti dai migliori, nonostante le ottime prestazioni raggiunte da moltissimi enti locali: oltre 250 Comuni, infatti, hanno già superato il 50% di raccolta differenziata. Rimane la distanza ancora troppo alta dal valore nazionale che ormai si attesta al 63%, e dalla media delle regioni del nord che è al 70,79%.  Ad oggi nessuna delle province laziali si avvicina al target del 65% previsto dalle norme europee. La provincia di Roma, nonostante il grande sforzo messo in atto dai comuni piccoli e grandi, 121 quelli virtuosi, resta ultima con appena il 50,45%.

I rifiuti, l’organico al 34%

Dal dossier di Legambiente emerge però che la quantità complessiva dell’organico raccolto nell’ultimo anno preso in considerazione, è di ben 502.341 t, pari al 34%; carta e cartone totalizzano il 26% con  383.885 tonnellate; del vetro si raccolgono  231.629 t, 15,7%, la plastica pure se assai voluminosa totalizza 84.148 t – 5,7%. Ingombranti misti 69.236 t – 4,7%; rifiuti da costruzione e demolizione 44.334 t – 3% ; legno 40.167 t – 2,7%; pulizia stradale e recupero 35.927 t – 2,4% ; metallo 23.834 t – 1,6%; 175 le tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, tessili 13.149 t – 0,9%, selettiva 3.020 – 0,2, altro – 22.930 t – 1,6%. Per avviare l’economia circolare del Lazio bisogna dunque puntare sugli impianti per la gestione delle frazioni più presenti nel ciclo, a partire dai biodigestori anaerobici che trasformano i rifiuti  in biometano. Da poco il Comune di Roma ha varato un piano per realizzare questi impianti di scarso impatto sul territorio.  

Gli impianti

Secondo quanto ricostruito dal catasto ISPRA, nel Lazio gli impianti sono 36: 12  di Trattamento meccanico e biologico, 17  di Compostaggio, 2 di trattamento integrato aerobico e anaerobico, 1 impianto di incenerimento (in località San Vittore) e 5 Discariche (Viterbo, Civita Castellana, Albano Laziale, Colleferro e Roccasecca). Dell’organico, la frazione più consistente nel Lazio vengono trattate solamente il 27,5% delle tonnellate prodotte nei 17 grandi impianti di compostaggio e un altro 21% nei 2 impianti di trattamento integrato, rendendo necessario ricorrere a impianti fuori regione per oltre il 52% della frazione umida, alla quale si aggiungono i sottoprodotti TMB e ulteriori frazioni assimilate con variazioni stagionali importanti. La maggior parte di questa frazione viene quindi esportata, soprattutto in Veneto (109 mila tonnellate nel 2019) ma anche in Lombardia, Piemonte e nelle regioni vicine, per un totale di quai 270 tonnellate. Di impianti di incenerimento attualmente operativi nel Lazio, a dicembre 2021, ne rimane solamente uno, quello di San Vittore, vista la chiusura dell’impianto della struttura di Colleferro nel Febbraio 2017.  Con gli impianti attuali rimane un deficit impiantistico per la quota di indifferenziata prodotta dai TMB della nostra regione di circa 720 mila tonnellate che devono essere smaltite altrove con costi economici ed ambientali enormi.  Anche l’organico a fronte delle 502 mila tonnellate prodotte dai comuni laziali può essere trattato secondo l’attuale capacità impiantistica soltanto per il 49% del totale.

Le risposte nei nostri comuni

Fiano e Ponzano con i fondi Pnrr si doteranno di moderne strutture per il trattamento della frazione organica, altri comuni potenzieranno la raccolta della plastica, Castelnuovo di Porto punta a realizzare un impianto per trattare 40mila tonnellate l’anno di multimateriale oltre a due linee smaltire l’organico. E’ in atto un grande impegno per aumentare ancora la raccolta differenziata. A questi comuni e i suoi abitanti, impegnati a non sporcare le loro terre, la discarica da 900mila tonnellate che si vuole fare a Magliano Romano, semplicemente, non serve.  

 

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