Luca vorrebbe essere come tutti gli altri bambini. Chiede solo questo. E con l’aiuto dei genitori, nonostante sia disabile a causa di una distrofia muscolare, va a scuola e cerca di condurre una vita normale.

Non avrebbe mai pensato che proprio laddove dovrebbe esserci la massima accoglienza per i più sfortunati avrebbe trovato le porte sbarrate. Già, perché la parrocchia a cui si è rivolto per seguire il catechismo lo ha “rifiutato” proprio in quanto disabile.

Lo ha raccontato la mamma, Pia, sconfortata, sulla pagina Facebook “Vorrei prendere il treno”. La donna spiega: «Eravamo pronti per iniziare le lezioni di catechismo e ci siamo quindi presentati in parrocchia, a Roma, per l’iscrizione ai corsi. Ma, con nostro grande sgomento, il sacerdote, invece di accoglierci come tutti gli altri, ci ha letteralmente buttati fuori. Il sacerdote ci ha chiaramente detto, utilizzando un linguaggio offensivo, che Luca non poteva iscriversi in quanto disabile e che ciò avrebbe comportato per loro una responsabilità che non potevano assumersi, aggiungendo che la chiesa non è un centro di riabilitazione, né un “parcheggio” per bambini con disabilità, per le mamme che cercano un ora di svago».

La mamma ha voluto condividere la storia del suo bambino proprio perché non ci siano più tali atti di discriminazione e ha concluso: «Vorrei solo che si sappia che ci sono purtroppo in giro anche preti che indossano una tonaca senza avere un anima».

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