Servizio a cura di Gaia Villò

Ci troviamo a Sacrofano per raccontare una storia iniziata più di trecento anni fa, esattamente nel 1704, quando il feudo degli Orsini, che includeva gli attuali territori comunali, era stato ceduto, da qualche decina d’anni, alla famiglia Chigi. È la storia dell’Università Possidenti di Bestiame (UPB), oggi Ente pubblico non economico che copre circa 200 ettari del territorio sacrofanese. Un gioiello naturalistico conservatosi grazie alla passione e lo smisurato impegno di coloro che vivono di allevamento e coltivazione.

Abbiamo ascoltato le parole dell’attuale presidente Enrico Granori, il quale ci ha raccontato come la sopravvivenza secolare di questa realtà sia stata possibile anche grazie «al carattere totalmente apolitico dell’ente, il cui scopo primario è sempre stato quello di preservare un ambiente naturale utile non solo all’allevamento, ma anche alla fruizione del rispettoso escursionista che volesse goderne i paesaggi».

L’ente UPB, infatti, acconsente al passaggio dei visitatori sui tracciati battuti che ne attraversano i terreni; ma negli ultimi tempi, il poco rispetto dimostrato nei confronti dell’ambiente e soprattutto della fauna che lo abita, sta facendo riflettere sull’ipotesi di una totale chiusura al pubblico.

Il presidente, i soci e tutti coloro che giorno dopo giorno dedicano tempo e sacrifici alla salvaguardia dei terreni amministrati, sono d’accordo nell’ammettere che troppo spesso il visitatore irrispettoso è causa di spiacevoli e talvolta dannosi incidenti, dei quali risente anzitutto il territorio, poi il bestiame, e di conseguenza gli allevatori stessi.

Il segretario Alessandro Ercolani afferma: «Le guardie zoofile provvedono al controllo e al sanzionamento sul territorio, ma è impossibile pensare di poter fermare tutti i trasgressori», e dal tono degli allevatori, la questione sta diventando davvero frustrante.

Infatti, se da un lato ci si appella al buonsenso e alla coscienza del singolo visitatore, dall’altra si è costretti a guardare in faccia una realtà che quotidianamente ne rileva l’assenza. Basterebbe, d’altronde, rispettare alcune norme: non introdurre cani (anche se tenuti al guinzaglio), non accendere fuochi, non sostare nei pressi dei fontanili (dove il bestiame deve potersi abbeverare), non avventurarsi oltre i limiti del percorso battuto e, ovviamente, non lasciare rifiuti o deturpare in qualsiasi modo il paesaggio naturale.

E’ importante ribadire come soltanto il rispetto di tali semplici indicazioni basterebbe ad instaurare una serena convivenza tra uomo, animali e ambiente. Soprattutto in questo complicato momento storico, in cui la natura è un lusso che in molti vorrebbero concedersi, è essenziale ricordare a chi ne dispone l’attenzione e la cura necessarie alla sua conservazione. Gli animali sono gli unici veri padroni di queste terre incantevoli che da secoli l’UPB tutela e difende con passione; dovremmo imparare dunque, una volta per tutte, a visitarle da ospiti e non più da maleducati proprietari di casa.

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