Pavimenti a mosaico dai mille colori sotto le vigne. Ma anche altri particolari di notevole interesse. Sono tornati gli archeologi e hanno raccolto nuovi elementi, nel sito collinare appena sopra l’abitato di Negrar (Verona) in cui negli anni Venti del Novecento furono scoperti i resti di una villa romana. Da allora, però, il sito nei campi fu pressoché dimenticato e al centro di alcuni tentativi di ritrovare i resti della residenza risalente al terzo secolo dopo Cristo. Ma ora la villa romana di Negrar sta pian piano rivedendo la luce, con bellissimi pavimenti a mosaico ancora ben conservati in vari punti.

Nell’estate dell’anno scorso i tecnici della Sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Verona sono tornati a scavare dopo decenni sotto la direzione dell’archeologo Gianni de Zuccato. Poi le indagini sono proseguite nell’ottobre 2019 e nel febbraio di quest’anno, fino a bloccarsi a causa dell’emergenza coronavirus. A maggio gli archeologici hanno ripreso e in una settimana di scavo, con trincee tra i filari sella vigne, hanno potuto confermare i dati già in loro possesso dagli studi precedenti e aggiungerne di nuovi al fine di stabilire dove esattamente si trovasse la villa e quali fossero le sue dimensioni.

Soddisfatto de Zuccato, che ha mostrato le ultime riscoperte a un entusiasta Roberto Grison, sindaco di Negrar di Valpolicella. “Crediamo che un sito culturale di tale valore meriti attenzione e debba essere valorizzato” afferma Grison. “Per questo insieme alla Soprintendenza e ai privati dei fondi agricoli troveremo il modo per rendere godibile questo tesoro”.