Questa Itaca stavolta è una sosta di viaggio nel mondo della Cultura. Un viaggio mesto, però. Uno di quei viaggi che accecano di amarezza gli animi. Quegli animi che la Cultura, in ogni sua forma, dovrebbe invece abbagliare di meraviglia. Perché, purtroppo, c’è anche la Cultura, a livello internazionale, in questi giorni, a finire macellata sotto i colpi dalla guerra in corso in Ucraina.

Così, se in Italia capita di assistere alla decisione assunta dall’Università Bicocca di Milano di cancellare un Corso di studi sul grande scrittore russo Dostoevskij, allo stesso modo capita di segnalare il fatto che il Museo Ermitage di San Pietroburgo, con tanto di lettera protocollata, chiede all’Italia la restituzione, entro fine mese, di alcune Opere di sua proprietà prestate per le mostre a Palazzo Reale di Milano e alle Gallerie d’Italia, ma anche alla Fondazione Fendi di Roma. Mostre, tra l’altro, già in corso da tempo.

Tra queste Opere da rimandare indietro c’è anche la “Giovane donna del 1909 di Pablo Picasso”, da noi mai esposta al pubblico prima d’ora e la cui esposizione era prevista fino al 15 maggio prossimo all’interno di Palazzo Rhinoceros, a Roma, il polo culturale affacciato sull’Arco di Giano e progettato da Jean Nouvel, cuore delle sperimentazioni artistiche e culturali della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti. Opera per la quale ero ad armarmi a fine mese di lente di ingrandimento…

In base alla decisione del ministero russo della Cultura, tutti i prestiti in essere devono essere restituiti dall’estero alla Russia e l’Ermitage è un museo statale che dipende dal ministero della Cultura…” ha scritto cordiale ma perentorio il direttore del Museo di San Pietroburgo, Mikhail Piotrovsky, al direttore di Palazzo Reale a Milano, Domenico Piraina, e al presidente di Skira editore, Massimo Vitta Zelman.

La richiesta, in buona sostanza, è di provvedere, quanto prima, a predisporre l’imballaggio e la spedizione dei dipinti ai legittimi proprietari.

Nulla quaestio, ci mancherebbe, sul diritto di proprietà. E bene ha fatto il Ministro della Cultura italiana a dire che “quando un proprietario chiede la restituzione delle proprie opere queste debbono essere restituite…” ma quanta tristezza, però.

Tristezza nel dover constatare che tutto è oramai guerra e che ogni cosa, persino la Cultura, viene ritenuta ‘merce’ di conflitto, buona solo per avanzare picche e formulare ripicche.

Di questo passo, se anche la Cultura, viene utilizzata come arma di guerra, a rimetterci, prima o poi, saremo tutti. Nessuno escluso. Perché la Cultura è il bene più universale che esista. E ci rimetterà sia chi il ben dell’intelletto lo ha messo a bagnomaria, in nome e per conto di un realismo più realista del Re, e sia chi il ben dell’intelletto pare averlo smarrito da tempo, muovendo eserciti a caccia di nuova geopolitica e maciullando umanità.

Che Itaca ci perdoni! Anche i viaggi, a volte, conoscono soste penose. Soste che, come questa suddetta, rattristano parecchio. Per quel senso di vita oramai smarrito in tutto e per tutto.

Sponsor