Nella foto: Beatrice Riccioni.

Quando ho voglia di rilassarmi leggo un saggio di Engels, se invece desidero impegnarmi leggo Corto Maltese” scrisse un tempo Umberto Eco, che del “fumetto”, e del suo linguaggio, è stato un estimatore, un critico e un accademico di primordine. E nel dirlo sapeva bene cosa diceva, dal momento che il fumetto è un apriporta mentale eccezionale.

Medium popolare unico, il fumetto, infatti, ha legittimazione culturale incomparabile, perché prodotto intellettuale che combina alla perfezione la parola e il disegno all’azione.

“L’inferno di Beatrice” di Beatrice Riccioni, che sarà presentato domenica 15 dicembre a Riano, in questo senso, è la sintesi di cui sopra, in cui il valore aggiunto, l’originalità, sta nel raccontarsi oltre l’immaginazione e nel farsi leggere oltre il testo.
Lascia spazio alla fantasia ogni sua striscia. La lascia trasparire però sempre in controluce, come desiderio di pensiero, sospeso tra finzione e realtà.

Autobiografico, immaginifico, emozionale, razionale, sensitivo, carnale… questo fumetto è tutto e il suo contrario e lo è perché l’emotività dell’autrice è la nostra stessa sensibilità quotidiana.

La paura, ad esempio, in quanto emozione primaria, nelle pagine del fumetto, diventa piacevole fascino di inquietudine, ma anche spiacevole suggestione di turbamento.

Lo stesso accostamento degli umani che lo popolano a figure animalesche più o meno docili che le rappresentano, nel lavoro di Beatrice, è il tramite che consente alla timidezza di diventare coraggio. Audacia di dubbio e di serenità.

Da quando l’ho conosciuta, all’autrice, ho più volte chiesto: “Cosa pensi quando disegni?”, quasi a voler carpire la sua aggrovigliata psiche nell’istante prima in cui dà forma ai pensieri a matita.

La sua risposta, da fumettista di “nuvole”, ha sempre svicolato la domanda. Come a proteggere il senso stesso del creare. Perché l’ideazione è inarrestabile forma di pensiero. In fondo, disegnare è, per davvero, e anzitutto, proprio ciò che sosteneva Umberto Eco, ossia “impegno”. E come tale porta peso, annuncia promessa e favorisce incontro. Che poi è ciò che è l’inferno di Beatrice…

Per chi vuole, per chi può, per chi si trova nei paraggi… questo libro, sarà presentato a Riano da Marianna Mariotti, con le letture dell’attore Nicola Panetta e le musiche di Natale Riccioni, domenica 15 dicembre, alle ore 17, presso il Castello baronale Boncompagni Ludovisi, in Piazza Piombino, nel cuore del Centro storico del paese, agghindato per la Sagra del pangiallo e della polenta.

E sarà un bel pomeriggio di disegni animati da parole, messi in riga per ricordarci ciò che siamo. E che non siamo. Ciò che pensiamo. E ciò che evitiamo di pensare…
Provare per credere!

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