Sabato 4 febbraio, a Riano (Rm), alle ore 17, presso il Palazzo Baronale, in Piazza Piombino, nel cuore del Centro storico, sarà presentato il libro “Il marchio dei diversi. Quattro storie per non dimenticare la lezione di Auschwitz” di Emilio Drudi, edito da Emia Edizioni.

L’autore, giornalista, già responsabile delle edizioni regionali e vice capo redattore della cronaca di Roma de “Il Messaggero”, in questo libro racconta la storia di quattro persone, quattro ebrei, tutte di origine slava: Ruth Mussafia Weimberg, Ruth Rothmuller Cohen, Eli Zohar (Velimer Sorger) e Bianca Schlesinger. Emilio Drudi ha avuto modo di incontrarle e di intervistarle.

Le loro sono “testimonianze d’accusa” per quanto sta accadendo oggi attorno a noi. In mezzo a noi. Perché la “lezione di Auschwitz” sembra già essere stata dimenticata.

[…] Lo spirito di questo mio libro – scrive Emilio Drudi nella prefazione – è conservare la memoria. Intendendo, per memoria, non il semplice esercizio del ricordo, per narrare “vecchi fatti” più o meno sepolti dagli anni, ma una cosciente, chiara “assunzione di responsabilità”, che spinga a capire come e perché quei fatti siano potuti accadere. In quale contesto, cioè, sono maturati e quali siano stati i meccanismi che hanno portato a vedere un nemico in migliaia, milioni di donne e uomini inermi e indifesi, “colpevoli” solo perché ebrei. Come e perché si sia messa in moto la macchina della costruzione del “diverso” e del nemico nel “diverso”. Come e perché conoscenza e comprensione siano state spazzate via dal pregiudizio. Come e perché la persecuzione abbia prevalso sulla solidarietà. Come e perché milioni di uomini e donne comuni abbiano potuto accettare e collaborare a portare a termine il più grande crimine contro l’umanità. O anche solo restare indifferenti, senza rendersi conto che la loro indifferenza diventava colpevole complicità. Come e perché sia stato possibile soffocare in milioni di individui il senso di giustizia che è innato in ogni essere umano. È questa la “lezione di Auschwitz”. Solo così – ammonisce Drudi – solo se la memoria ci porta a fare i conti tanto con il nostro passato quanto, e forse ancora di più, con il nostro presente, si possono creare gli anticorpi per dare consistenza a quel “mai più” che tutti invochiamo quando si parla della Shoah […]”.

Dialogherà con l’autore Chiara Polcaro, Segretaria Sezione ANPI Giacomo Matteotti – Rete Flaminia Tiberina. Interverranno il Sindaco Luca Abbruzzetti e l’Assessore alla Cultura e al Turismo, Licia Capannolo.

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