Per ricalcare un po’ quanto detto nell’ultimo articolo è giusto riportare le parole dette durante un’intervista da parte di Rainews ad un’esperta ISPRA. Si parla dei dati registrati in Italia nel 2019 che, in parte, sanciscono il trend di miglioramento della situazione rifiuti in Italia ma che, dall’altro lato, sollevano sempre la questione dolente delle discariche.

Da quanto emerso in quest’intervista, secondo l’ultimo rapporto ISPRA relativo al 2019 (precedente quindi alla pandemia), la produzione dei rifiuti è scesa leggermente rispetto all’anno precedente, arrivando a 30,1 milioni di tonnellate. “Il dato importante è che la produzione dei rifiuti si è svincolata dalla crescita economica, di conseguenza abbiamo registrato un calo della produzione dei rifiuti rispetto ad una leggera crescita dei consumi delle famiglie e del PIL”, sottolinea l’esperta ISPRA. Questo è un dato molto importante che andrebbe evidenziato sempre, poiché quando un Paese cresce economicamente anche i rifiuti prodotti aumentano. Invece, quando quest’ultimi diminuiscono a fronte di una crescita del PIL, il margine di ecosostenibilità è maggiore e, ciò, è quasi sempre segno che le politiche ecologiche stanno funzionando.

“La raccolta differenziata è arrivata a livello nazionale al 61,3%, chiaramente con delle differenze sul territorio; il nord è un po’ più avanti, il sud un po’ più indietro ma, comunque, anche al meridione è stato registrato un miglioramento netto della raccolta differenziata, arrivando a soglia 50% sul totale dei rifiuti trattati”, prosegue così l’esperta, ribadendo quanto è stato detto nell’ultimo articolo di questa rubrica.

Arrivando al tasto dolente, ossia al 20% dei rifiuti depositati in discarica il giornalista Rai ricapitola: “Mi scusi, ma quando parliamo del 20% dei rifiuti urbani che vanno in discarica, 6 milioni di tonnellate di materiale che noi buttiamo in un buco per terra, in questa maniera in un colpo solo rinunciamo a recuperare energia (valore dal materiale), creiamo consumo di suolo e lasciamo a chi verrà dopo di noi una grana da bonificare?!”.

“Si. Infatti, lo smaltimento in discarica è la forma di gestione meno preferibile tant’è che il Pacchetto per l’Economia Circolare prevede per il 2035 una riduzione dello smaltimento in discarica al 10%”, conclude l’esperta ISPRA, intendendo che di lavoro da fare ce n’è e che l’Europa lo richiederà a breve.

 

 

 

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