Come è ormai tangibile sulla nostra pelle, il cambiamento climatico non è più un quesito a cui non sappiamo dare risposta. Fino a poco tempo fa qualcuno si chiedeva se il riscaldamento globale esistesse effettivamente o se fosse tutto frutto della fantasia di qualcuno. Adesso la risposta è chiara e lo è a causa di forza maggiore: si, esiste ed è assolutamente realtà.

Gli ultimi avvenimenti di disastri meteorologici che hanno colpito il mondo intero non sono altro che la lancetta che continua a muoversi verso un punto di non ritorno. Che gira sempre più in fretta.

Erroneamente l’essere umano potrebbe pensare di essere impotente di fronte a tali disastri naturali e invece, a detta degli scienziati, ne è la causa principale. Ma essendone la causa diretta potrebbe, per logica, esserne anche la cura.

L’attuale livello di CO2 presente sulla Terra è il più alto degli ultimi 400.000 anni.

COS’E’ IL RISCALDAMENTO GLOBALE E COSA C’ENTRA L’UOMO
Con “Riscaldamento globale” si intende il mutamento del clima terrestre, ovvero il fenomeno di innalzamento della temperatura superficiale del pianeta.

La comunità scientifica imputa all’uomo e alle attività umane le maggiori responsabilità della crisi climatica, dovuta soprattutto all’aumento dei gas serra, in particolar modo dell’anidride carbonica, immessi nell’atmosfera. La generazione di energia per mezzo di combustibili fossili, la deforestazione, l’edilizia, l’utilizzo di fertilizzanti nelle tecniche agricole, i trasporti, sono tra i maggiori fattori generanti effetto serra.

Uno studio della NASA ci informa che l’attuale livello di CO2 presente sulla Terra è il più alto degli ultimi 400.000 anni. Un significativo peggioramento si è riscontrato dagli anni ‘50 del ‘900 in poi, ovvero in parallelismo con una forte crescita demografica e con un significativo aumento di produzione industriale.

L’aumento delle temperature terrestri sta causando un progressivo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai con la conseguente crescita del livello dei mari. E ancora, altre conseguenze sono: ondate di calore intenso sempre più frequenti, precipitazioni sempre più ingenti come alluvioni e fenomeni di erosione, eventi meteorologici estremi.
Si stima che negli ultimi tre decenni, il numero di catastrofi naturali sia triplicato.

E la lancetta gira sempre più in fretta.

Scenario post-alluvione

CAMBIAMENTI CAMBIA-MENTI
La domanda che sorge ora spontanea è: “Possiamo davvero continuare così?”. E, dati i disastrosi avvenimenti climatici sempre più frequenti, la risposta è ovviamente no.
Anche l’ONU ci avverte: “Il riscaldamento globale mette l’umanità a rischio estinzione”. E gli scienziati continuano: “Cambiare stili di vita”. E più che avvertimenti, dovremmo prenderli come ordini.

Dopo l’impatto iniziale con la paura, il primo passo da fare è avere consapevolezza. La consapevolezza di essere noi la causa di tutto questo e la conseguente razionalizzazione di essere malati. Ammettere di essere malati è il primo passo verso la guarigione. Le industrie, prima di essere industrie, sono uomini, sono pensiero, sono immaginazione. E se noi in quanto individui dovremmo iniziare adottando stili di vita e abitudini completamente differenti partendo proprio dal pensiero per poi traslarlo in azione, anche le grandi multinazionali e i governi dovrebbero ridimensionare il proprio lavoro.

Climate change

A questo proposito l’accordo di Parigi del 2015 impegna i governi ad agire sulle emissioni di gas serra per mantenere l’aumento della temperatura sotto i 2 gradi entro il 2050 e a compiere ogni sforzo per portarlo a 1,5 gradi. In base al report dell’IPCC, per centrare l’obiettivo occorre ridurre le emissioni di anidride carbonica del 45% entro il 2030 (rispetto ai livelli di dieci anni fa), e del 100% entro il 2050.
Bisogna rallentare. C’è un estremo bisogno da parte della Terra di tornare a respirare.

In una gara che non prevede vincitori, noi esseri umani ne risultiamo i corridori più veloci. Potremmo anche ritenerci soddisfatti se non fossimo sempre gli stessi che alla fine non vinceranno.

Tic tac: “Attenzione, rallentare per godersi il panorama”.

Tic tac
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