Cammini sulla via dei tuoi canti a passi lenti in compagnia di pensieri che opprimono, Compagni di scuola che lasciano, fiumi avvelenati, la follia della guerra. Cammini a capo chino cercando qualcosa che produca l’alchimia di un sorriso. Il tramonto sulle colline, un gatto che scappa, il cane che abbaia, l’odore del  fumo di un fuoco appena acceso. Ma non basta a colmare una solitudine che si va facendo mare. Passo dopo passo arriva il vento della sera. Leggero spazza lo stretto sentiero e d’improvviso si levano fogli bianchi di quaderno. Un refolo più spigliato del vento a cui appartiene, lo porta ad altezza della mano e ad essa il foglio si aggrappa. Lo prendo. Porta un racconto, così come gli altri. Storie pulite fresche, che incantano. Il sorriso prende forma insieme alla meraviglia. Rammento di averne sentito parlare nel vociare indistinto dei social che ci avvolgono. Le hanno scritte 25 bambini da 9 a 12 anni, qualcuno è riuscito a “portarli via” da instagram, tik tok, facebook, netflix, disney, i cartoni di sky,  e convinti a sperimentare il gioco di essere presenti nel mondo. Sono storie nate da un rapimento. Nella nuova dimensione, non sono solo spettatori, non solo soggetti riceventi, ma umanità terra e vita che si trasformano.

Davide Mastinu e Martina Zuccarello hanno ideato il rapimento

La sfida era raccontare di sé, di come viaggiano su queste nostre strade sconnesse daemozioni e incredulità, di come miscelano le mille voci che li avvolgono. Scrivere. Che vuol dire in primis solitudine, fatica, tirarsi fuori. Stare con sé, sentirsi. Quelle storie vengono da un piccolo miracolo, spinte a nascere da un piccolo teatro sorretto da una grande passione. Una fiammella di luce che si è accesa a Capena da poco tempo. Si chiama  DamArte. Lo animano Davide Mastinu e Marta Zuccarello: artisti, attori, registi e scrittori che pensano la cultura debba arare e rendere fertili di sentimenti piazze e vicoli del mondo, dalle periferie alle piccole comunità. Ascoltare e raccontare, l’unico modo per esistere, sfuggire alla pialla del tempo.

A dicembre hanno gettato l’esca

A dicembre hanno lanciato l’esca: “Vi presentiamo il primo Concorso per Giovani Autori promosso da Damarte, rivolto a tutti. Ragazzi/e nati/e tra 2008 e il 2011”. Così l’annuncio ed in 25, a gennaio, hanno risposto. Hanno messo da parte, forse anche chiuso smartphone, tablet e computer e riempito di storie tanti fogli bianchi che il vento mi ha portato, strappando un sorriso.  David con semplicità racconta: “Volevamo provare a far uscire dal virtuale ragazzi giovanissimi dai 9 ai 12  anni È stato un successo grande. Lo riproporremo anche pensando ad una dimensione regionale”.  I racconti sono stati valutati da una giuria tecnica e sei sono stati premiati: i primi tre hanno ricevuto un buono da spendere presso la libreria Mondadori di Monterotondo, gli altri un corso di scrittura creativa. Il 23 gennaio tre giovani attrici hanno letto i testi selezionati. “Ragazzi e ragazze si sono messi in gioco – dice Davide – ed i racconti erano davvero tutti molto belli. Noi grandi siamo stati li ad ascoltare le loro idee, i loro pensieri e la loro creatività. L’attenzione verso i più piccoli è uno dei focus principali per DamArte”.

A Giulia che vuole andare oltre i muri, il primo premio

Il primo premio è andato al racconto di Giulia Perelli: raccontava di un muro. Di qua erano tutti uguali, di là abitavano i diversi. Le dicevano tutti di non oltrepassare quel confine, invece lei andò oltre. Anzi invitò alcuni di loro ad andare con lei di là. I nuovi arrivati non si trovarono bene, pensarono di andare via,  ma  lei lì invito invece  a restare per colorare quel mondo grigio. In queste ore la bambina di nome Giulia starà pensando che quelli in guerra non hanno letto il suo racconto, per questo sparano e uccidono. Per un muro insensato. 

Sponsor