Il grimaldello bipartisan purtroppo ha funzionato. È ormai certo il via libera della Regione Lazio alla discarica di Magliano Romano.

Ma il sindaco Francesco Mancini sta valutando di emettere ordinanza di sospensione attività per bloccare l’impianto.

Ecco le sue parole in esclusiva per Il Nuovo: “Rispetto alle ripetute e insistenti richieste di questi giorni di adottare un’ordinanza sindacale di chiusura della discarica per porre definitivamente fine al problema,  annuncio che è ipotesi allo studio in queste ore. L’istanza regionale è palesemente improcedibile, e fa acqua da tutte le parti, per questo faremo anche ricorso al Tar. Singolare che a giugno i tecnici regionali scartino l’ipotesi della trasformazione ed oggi, invece, la approvino”

L’emendamento che ha permesso il cambio di parere è stato presentato da Lega e Fratelli d’Italia, accolto e approvato dal PD e dal resto della maggioranza della Pisana in sede di approvazione del Piano rifiuti, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi, è stato provvidenziale come un coniglio uscito magicamente dal cappello regionale. Permette cambi di destinazione d’uso, anche sostanziali, di discariche in funzione alla data di entrata in vigore del piano in deroga. Lo abbiamo documentato noi del Nuovo nei giorni scorsi, ed a questo si sono appesi i tecnici regionali nel comunicare ai sindaci che, secondo il loro parere, si può procedere alla trasformazione da sito per inerti a discarica di tal quale.

Nessun nuovo impianto ma semplice riclassificazione. Il tozzo grimaldello qui si trasforma in asta per il salto in alto e bypassa con un solo tentativo il principio, fino a ieri sacro, della discarica per Roma dentro i suoi confini. Ora si può fare anche in provincia. Il sospetto di uso strumentale della norma è forte. Un cambiamento radicale che fa carta straccia dell’impegno dei sindaci, quasi tutti di centrosinistra, di movimenti civici e ambientalisti, della stessa rete provinciale del Pd e delle sue sezioni, di consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. Così si brucia la credibilità di chi, sul no, ci ha messo la faccia

I sindaci non ci stanno, annunciano ricorsi al tar

I primi cittadini dei comuni dell’area Tiberina-Flaminia-Cassia non intendono però accettare la decisione e affilano le armi. Ricorsi al Tar, ordinanza di chiusura del sito attuale perché fuori legge.

Duro Riccardo Travaglini, sindaco di Castelnuovo di Porto: “Parliamo tutti i giorni di transizione ecologica e qui siamo al paradosso: un comune grande quanto un condominio di Roma dovrebbe ricevere i rifiuti di tutta l’area metropolitana, con più di 4 milioni di abitanti. Una cava stretta dentro la morsa della Flaminia e della Cassia già al collasso e a ridosso dei Parchi di Veio e della Valle del Treja!. Per bloccare l’operazione deve essere adottato un provvedimento di sospensione dell’attività della discarica di Magliano tramite ordinanza sindacale per motivi igienico-sanitari a tutela della salute pubblica, la discarica supera tutti limiti ambientali consentiti ed è sprovvista di autorizzazione allo scarico delle acque di prima pioggia. Mi appello al Sindaco di Magliano affinché fermi questo reato ambientale, ha tutto il nostro sostegno”.

Il sindaco di Fiano Romano Davide Santonastaso minaccia di ricorrere al Tar Lazio: “Se si continuerà a vedere Magliano Romano come sito per i rifiuti non gestiti, la questione, dagli Uffici e dalle Piazze, la trasferiremo direttamente al Tar del LazioMagliano Romano non può essere una soluzione, non per partito preso ma per questioni reali, evidenti e a conoscenza di tutti ormai. Non molleremo di un millimetro la difesa del territorio, dell’ambiente e dei nostri cittadini”.

A favore del ricorso al Tribunale amministrativo del Lazio anche la sindaca di Sacrofano Patrizia Nicolini: “Mi auguro che una questione tanto delicata con effetti devastanti sui cittadini non venga liquidata così superficialmente e ci sia tempo per un ripensamento. Diversamente  impugneremo tutto davanti al giudice amministrativo e daremo battaglia legale”.

Sono gli effetti della tempesta perfetta che avevamo temuto. Ma il fronte del No è ancora compatto e vitale. La questione passa da oggi anche nella mani “interessate” del sindaco di Roma Gualtieri e del nuovo consiglio dell’area metropolitana che si voterà domani mattina.

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