E’ il tempo delle Comunità Energetiche. L’unico modo per uscire dall’incubo dei ricatti energetici , dal consumo di energie fossili, dal ritorno all’atomica. E forse raffreddare il mondo. A questo stanno lavorando le amministrazioni comunali di Castelnuovo di Porto e Torrita Tiberina. Proprio oggi sono in corso riunioni per stabilire cosa fare, definire un progetto operativo in modo da essere pronti a partecipare al bando regionale che concede finanziamenti per realizzare le Cer. Un modello che conta nel Lazio su un fondo di 110 milioni derivati da Pnrr e risorse europee. Ma sono solo la prima tranche. 

Nelle prossime settimane bando regionale

Lo scorso 17 ottobre Roberta Lombardi, assessora alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio ha lanciato la campagna “Comunità Energetiche Rinnovabili – Meno inquini, Più risparmi” – puntiamo a far conoscere uno strumento che, soprattutto in un momento in cui a livello globale è in atto una ‘guerra del gas’, genera almeno tre tipi di benefici: contrasto del caro energia, in quanto contribuisce ad ammortizzare i costi della bolletta grazie al sistema degli incentivi statali per l’autoconsumo collettivo in vigore per vent’anni, ovvero fino al 2040; aria più pulita da respirare nell’ambiente in cui viviamo grazie alle fonti energetiche rinnovabili; supporto alla Pace, in quanto ci emancipiamo dalla dipendenza dalle fonti fossili, come appunto petrolio e gas. Le CER inoltre, essendo un soggetto giuridico misto, consentono una partecipazione ampia e dal basso praticamente da parte di tutti, dai semplici cittadini alle scuole, dalle imprese agli enti pubblici e del terzo settore. Una grande opportunità a cui come Regione Lazio – annuncia Lombardi – abbiamo dedicato un bando, in uscita nelle prossime settimane, per finanziare gli studi di fattibilità, che rappresentano l’investimento iniziale che la Comunità deve sostenere”. 

Nate 36 assemblee Cer, raccolte già 150 richieste

I dati della Regione dicono che ad oggi “sono nate 36 Assemblee di CER attive nelle 5 province, sono state avviate attività in 12 Comuni e si è mossa una filiera di altre 149 reti di cittadini che hanno deciso di unire le proprie forze per dotarsi di impianti per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.  In pochi mesi sono state raccolte circa 150 richieste complessive da parte di Comuni, associazioni e parrocchie che vogliono dare vita ad una Comunità Energetica Rinnovabile e sono state attivate in tutto 36 Assemblee di CER nelle 5 province del Lazio, di cui 12 complessive a Roma (Città Metropolitana e Provincia), 8 rispettivamente a Viterbo e Rieti e 4 a Latina e Frosinone”. 

Cosa sono le Cer e come funzionano

Ma cosa sono le Cer, come funzionano?.  Secondo gli esperti “Il modello delle Comunità Energetiche si distingue per l’obiettivo precipuo di rendere effettivamente “partecipato” il mercato della produzione elettrica e si candida a diventare una componente significativa del più ampio sistema di gestione energetica basato su fonti rinnovabili, massima efficienza energetica e garanzia dell’accesso all’energia al miglior costo per tutti”. Nascono per l’autoconsumo e permettere l’accesso alle fonti rinnovabili ai condomini, aree industriali, edifici comunali, spazi pubblici. Possono essere formate da solo due cittadini, come da mille, ma anche da quelli che abitano in una strada.  Basta costituire un soggetto giuridico nelle forme più semplici. L’impianto va misurato sui consumi dei partecipanti e la produzione commisurata ai bisogni della comunità. Può essere fotovoltaico ma anche misto utilizzando, lì dove è possibile, piccoli impianti eolici con il vantaggio di utilizzare il giusto vento, assicurandosi così produzione anche con il brutto tempo, anche di notte, quando sole e pannelli non dialogano. Gli impianti a rinnovabili devono essere con una potenza complessiva inferiore a 200 kW e l’energia prodotta deve essere consumata sul posto. L’impianto deve essere connesso alla rete elettrica a bassa tensione, attraverso la cabina di trasformazione a media/bassa tensione da cui la comunità energetica preleva anche l’energia di rete. Ad aprile del 2023 sarà pubblicata la mappa dei punti di accesso alla rete.

La produzione potrebbe coprire il 50% dei consumi.

La produzione si stima potrebbe coprire circa il 50% dei consumi, abbattendo in ugual misura le fatture dei fornitori. Sono riconosciuti incentivi all’energia  condivisa all’interno della comunità, cioè a quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione. La parte in eccedenza viene remunerata dal Gse a tariffe stabilite. Il contributo per l’impianto è oggi al 50% del costo con lo sconto in fattura, a questo si aggiungono le risorse pubbliche. E’ questa la nuova frontiera e molti sono già in cammino.

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