Un grave reato ambientale accertato, un futuro processo, un responsabile.

Sembrava tutto fermo e invece oggi con un post su fb da Davide Santonastaso, sindaco di Fiano Romano, comunica che sulla vicenda Gramiccia la Giustizia ha aperto un procedimento penale a carico di un soggetto privato iscritto sul registro degli indagati.

Il penale per un reato ambientale evidente e reiterato per anni in modo sfacciato.

Ora è quasi certo – bisogna però sempre attendere l’esito del procedimento per poterlo dire con assolutezza – che lo sfregio decennale  al fiume un tempo sacro e carico di storia ha un responsabile.

Il nome dell’indiziato non è noto poiché le forze dell’ordine in base alle recenti disposizioni non lo comunicano, ma immaginare si può. Scrive Santonastaso: “A seguito delle sollecitazioni da parte del sottoscritto e del Sindaco di Capena Roberto Barbetti, in merito alla richieste di informazioni sull’esito delle indagini in corso sul fosso di Gramiccia, ho ricevuto novità da parte del Nucleo Investigativo di polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale. È stato aperto un procedimento penale per reato ambientale a carico di un soggetto privato che sembrerebbe essere stato individuato come il colpevole dell’inquinamento del fosso stesso da anni in atto. Credo fortemente nel lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura e per questo le ringrazio. Confidando nel loro operato, attendo la conclusione del procedimento, convinto che una volta per tutte, potremo vedere la fine di questo oltraggio al nostro territorio” .

Quello di Santonastaso è un post colmo di buone notizie

È questo un post colmo di buone notizie: l’indagine condotta dai carabinieri forestali di S. Oreste la scorsa primavera e conclusa a fine luglio del 2021 ha prodotto risultati concreti. Non era mai successo prima; l’impegno della “sentinella del Gramiccia” e de il Nuovomagazine.com, giornale on line che lo ha supportato per due anni consecutivi, ha centrato un obiettivo storico.

La  nostra decisione del 15 aprile 2021 di inviare il dossier Gramiccia, composto da articoli e video, all’Arpa Lazio ha sortito l’effetto voluto.

La notizia elimina ogni ipotesi fantasiosa sull’inquinamento e la schiuma: è evidente che non è prodotto dal circuito delle acque meteoriche, come pure è stato affermato. I sindaci dei due comuni in questi due anni non hanno brillato per iniziative, solo una lettera risulta agli Atti e quando ormai l’indagine era partita.

Però la nota di oggi segna un cambio di passo ed una assunzione di responsabilità attesa e assai positiva. Vedremo presto se a questo impegno verbale seguiranno atti concreti. L’inquinamento del Gramiccia è ancora un problema, c’è l’occasione per porvi fine e magari rilanciare un progetto di recupero che riguardi l’intero corso del piccolo fiume lungo solo 9 chilometri, ma bellissimo e pieno della storia delle due comunità che attraversa e che per troppo tempo lo hanno dimenticato. L’iniziative dei due sindaci e il post indicano che il fosso al confine dei due centri Tiberina torna ad essere un bene comune e non più una fogna a cielo aperto.

Che i sindaci si costuiscano parte civile

Dai primi cittadini di Capena e Fiano ora ci aspettiamo che si costituiscano parte civile nel procedimento in atto. Ci sono associazioni pronte a farlo e ci hanno chiesto la documentazione.   

E’ l’unico modo per chiedere danni e individuare responsabilità ma anche e soprattutto per prendere visione e avere contezza di quelle migliaia di analisi  effettuate dall’Arpa la scorsa primavera-estate. Sapere lo stato delle acque e le sostanze  inquinanti che vi sono state e vi sono, seppur in modo più contenuto, ancora oggi versate. Rimane l’amarezza di constatare che si poteva interrompere lo sfregio della schiuma molto tempo prima. Però se ora c’è l’impegno dei sindaci,  la musica cambia.

Noi de Il Nuovo ci vogliamo credere.

 

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