La mafia fa affari e abita nelle nostre colline. Questa mattina una maxi operazione della Polizia ha portato al sequestro di beni per 120 milioni. Tra quelli sequestrati (supermercati, esercizi commerciali, bar, maneggi), ci sono ben 173 immobili individuati tra Roma, Rignano Flaminio, Morlupo, Campagnano Romano, Castelnuovo di Porto, Sacrofano, Capena, Fiano Romano, Sant’Oreste, Grottaferrata e altre province italiane.

L’INCHIESTA RIGUARDA ESPONENTI DI SPICCO DELLA NDRANGHETA.

Il maxi sequestro è stato eseguito – come scrive l’Ansa –  da parte degli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma, e riguarda esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese radicata a Roma e provincia già dagli anni ’80.  L’operazione è stata eseguita questa mattina. Tra i nomi degli ‘ndranghetisti coinvolti ci sono sono quelli di Scriva, Morabito, Mollica, Velonà e Ligato

IL PROVVEDIMENTO

In particolare, il provvedimento giudiziario riguarda il seguente compendio patrimoniale, il cui valore, allo stato, può’ solo approssimativamente indicarsi in oltre 120 milioni di euro, atteso che restano ancora da quantificare le disponibilità’ finanziarie presenti sugli oltre mille rapporti bancari accertati e gli ulteriori beni che dovessero essere individuati in corso di esecuzione:

  • 173 immobili, ubicati in Roma, Rignano Faminio; Sant’Oreste; Morlupo; Capena; Castelnuovo di Porto; Campagnano Romano; Riano; Grottaferrata; Faleria (VT); Rocca di Cambio (AQ); Alghero (SS); Genova e Bruzzano Zeffirio (RC);
  • 38 quote societarie e ditte individuali;
  • 40 complessi aziendali di cui 7 supermercati siti in Roma, Rignano Flaminio, Capena, Fiano Romano, Morlupo e Castelnuovo di Porto;
  • 4 allevamenti di bovini, bufalini, ovini e cavalli;
  • 38 veicoli tra cui una Ferrari F 131 ADE;
  • 1 contratto di rete di imprese e fondo patrimoniale finanziato dalla Regione Lazio di € 100.000;
  • titoli per l’erogazione di aiuti all’agricoltura finanziati dall’Unione Europea;
  • oltre 1000 rapporti finanziari;
  • gioielli e preziosi il cui valore deve essere periziato, contenuti in 3 cassette di sicurezza già’ sottoposti a sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p.;
  • assegno circolare di € 90.000;
  • dispositivi informatici (personal computer, tablet, telefoni cellulari ecc.) intestati a persone fisiche comunque nella disponibilità diretta o indiretta dei proposti; monete virtuali o criptovalute che dovessero essere individuate.

Il maxi sequestro costituisce una straordinaria azione di contrasto alla criminalità organizzata e un importante strumento attraverso il quale le aziende sequestrate vengono sottratte al circuito criminale per essere restituite alla collettività. Infatti le attività non saranno chiuse bensì gestite dall’Amministrazione giudiziaria al fine di immetterle in un percorso di legalità.

Infine un nostro commento a caldo: la scelta di bruciare territorio per destinarlo alla rendita immobiliare, avvenuta e favorita negli ‘80 e ‘90, realizzando centri commerciali e villette a schiera senza fine, probabilmente si è rivelata un grande errore, una vera scelleratezza che ora presenta il conto

 

 

 

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