Il MUSE, Museo delle Scienze di Trento, è una bellissima struttura progettata da Renzo Piano, architettonicamente ispirata alle montagne del Trentino. Cinque piani “open space” su cui si snoda un percorso museale ricco di spunti di riflessione sull’uomo e la natura.
Al primo piano, l’albero della vita ci impartisce fin da subito una lezione di umiltà. L’uomo non è al centro dell’evoluzione, ma parte di essa, animale fra gli animali, essere vivente fra gli esseri viventi. E nel grande regno degli animali (diviso fra i “molli dentro e duri fuori”, e “duri dentro e molli fuori”) si colloca prosaicamente fra i “duri dentro”. Niente di più.
Gli africani siamo noi
Le immagini dei teschi delle diverse specie di ominidi che in 250 mila anni hanno popolato la terra ci riporta alla mente un’altra nozione, spesso dimenticata. Sappiamo tutti che l’homo sapiens (a cui apparteniamo) è una scimmia (la stragrande parte del nostro corredo genetico è uguale a quello di oranghi, scimpanzé e gorilla).
Spesso ci sfugge però che noi uomini sapiens siamo originari dell’Africa e, arrivati in Europa, l’abbiamo per qualche tempo condivisa con un’altra specie umana, di origine europea, l’uomo di Neanderthal.
Gli africani, quindi, siamo noi, anche se una parte degli autoctoni europei neanderthaliani vive ancora nel nostro corredo genetico. Ognuno di noi, ha fra l’1 e il 4% dei geni di origine neanderthaliana, il risultato di accoppiamenti che nella notte dei tempi hanno unito uomini e donne sapiens con uomini e donne di Neanderthal.
La chiave della sopravvivenza
Gli uomini di Neanderthal non erano più stupidi degli uomini sapiens, e la loro scomparsa sembra essere dipesa da un altro fattore, ovvero l’incapacità di adattarsi a cambiamenti ambientali ed esterni. In pratica, mi spiega la mia guida, sono scomparsi perché erano più rigidi meno capaci di adattarsi al cambiamento del clima e dell’ambiente circostante.
Più fedeli allo loro “identità”si direbbe oggi. Noi africani invece siamo sopravvissuti finora e più a lungo delle altre specie umane perché abbiamo saputo cambiare. Non perdiamo questa abitudine.
Uomini neri
Proprio perché provenienti dall’Africa, i primi uomini sapiens erano di pelle nera, un po’ come gli eritrei. La pelle chiara è una caratteristica che abbiamo assunto solo in epoca molto recente: su 250 mila anni di presenza sulla terra, siamo bianchi da solo 10 mila anni. Meno di un’ora su 24.
Arriva l’inquinamento
La vita umana è stata “in armonia con la natura” fino al Neolitico, quando abbiamo cominciato ad addomesticare alcune specie animali, provvedendo al loro nutrimento (con l’allevamento), e vegetali (con la coltivazione).
Da quel momento in poi è iniziato il fenomeno dell’inquinamento umano. Sapremo evitare che questo fenomeno produca la nostra scomparsa? Forse il problema di cui occuparci, tutti assieme, è quello.
E comunque la Terra vivrà anche senza di noi. Se consideriamo il tempo di vita della Terra pari a 24 ore, noi umani esistiamo da solo tre secondi… Non male come bagno di umiltà, vero?