Penso da sempre che cucinare sia l’arma segreta per migliorare qualsiasi giornata. Il viaggio intrapreso alla scoperta dei sapori e delle tradizioni di questo periodo me l’ha confermato. Giocando d’anticipo sulla stagione, infatti, sono andata alla ricerca di storie e ricette di alcuni dei dolci tipici delle nostre zone. Quello che ho trovato vi assicurerà un dolcissimo salto indietro nel tempo, arricchito da ricette scritte a mano, storie di dosi “a occhio” e procedimenti tramandati di generazione in generazione.

MORLUPO

Per vicinanza geografica il viaggio inizia da Morlupo, dove a farla da padrona in questa stagione sono due dolci su tutti: le tisichelle e la torta di Natale, o torta “morlupese”. Le prime sono delle ciambelline al vino la cui ricetta è resa ancora più caratteristica dall’unità di misura che si usa per farle: basta infatti scegliere se usare un bicchiere o una tazza. La torta di Natale invece strizza l’occhio ai vicini cugini faleriani, grandi produttori di nocciole. Un dolce tanto semplice quanto indimenticabile, come racconta Nonna Adriana, che la sua prima “torta morlupese” l’ha pagata 20mila lire. Per lei e la sua famiglia è stato amore alla prima fetta, tanto che, dopo aver trovato la ricetta, la torta è diventata quasi una tradizione di famiglia. Una ricetta autentica e custodita come solo le nonne sanno fare: scritta a mano su un foglietto a quadretti, nero su bianco. Nonna Adriana l’ha condivisa con noi, specificando che se un etto di margarina è poco, potete sempre mettercene a occhio.

Tisichelle — di Maria Teresa Camponeschi
1 dose (bicchiere o tazza)
1 olio di oliva
1 di zucchero
1 vino bianco
Farina q.b.

Mescolare tutti gli ingredienti per ottenere un impasto omogeneo e soffice.
Formare delle ciambelline e intingere la parte superiore nello zucchero semolato.
Disporre su una teglia e cuocere in forno a 180° fino a completa doratura.

Torta Morlupese — di Adriana Deli

 

CASTELNUOVO DI PORTO

La tradizione dolciaria, a Castelnuovo, percorre la stessa strada delle feste patronali. La maggior parte dei dolci si preparano in occasione di S. Antonino, il santo patrono, S. Sebastiano, il copatrono e Sant’Antonio Abate. “Tanti anni fa – mi racconta Tania – si imbastiva un rinfresco a casa del confratello che cedeva il Santo dopo averlo tenuto per un anno, e un altro invece veniva organizzato dal confratello destinato a tenere il patrono l’anno successivo. Durante i rinfreschi c’era sempre anche la banda per intrattenere i commensali”. Per le feste comandate invece, la tradizione è in linea con quella laziale e marchigiana. Nonna Maddalena mi ha raccontato che fra i dolci più caratteristici ci sono le ciambelline al vino, le ciambelle al cucchiaio, che sono un incrocio fra ciambelle e biscotti, senza il buco ma con più lievito delle ciambelline al vino, i morsetti (o morselletti) al miele, rigorosamente da preparare dieci giorni prima di Natale, e spesso fatti insieme alle ciambelle ricresciute e le pesche all’alchermes, classici biscotti rosa che prendono il loro nome dalla forma che ricorda una pesca, fatti da due dischi divisi da uno strato di cioccolata. La particolarità di questi biscotti, mi dice nonna Maddalena, che spesso per prepararli si usavano dei gusci di noce: si ungevano, ci si metteva dentro l’impasto per prenderne la forma e poi si cuocevano in forno. Una volta cotti andavano sfilati, fatti raffreddare, farciti con la cioccolata e ricoperti di zucchero.

Morselletti
500gr farina 00
480gr miele
510gr nocciole
45ml olio di semi
Vaniglia o scorza di arancia (e succo di arancia)

Sciogliere il miele a bagnomaria, versarlo in una ciotola e farlo stiepidire.
Aggiungere poi olio, aromi e nocciole.
Incorporare la farina a poco a poco fino ad avere un impasto solido.
Formare dei filoncini che andranno poi schiacciati leggermente e tagliati a forma di rombo.
Cuocere in forno statico a 155° per 25-30min

Ciambelline al vino — di Nonna Maddalena Biagioni
“L’unità di misura è una stoviglia a piacere”
1 tazza di farina
1 tazza di vino (bianco, rosso, o metà e metà)
1 tazza di zucchero
Mezza tazza di olio di oliva (o 3/4 di olio di semi)
6 gr di lievito per dolci
Impastare tutti gli ingredienti.
Dividere in piccole palline e dare la forma alle ciambelline.
Cuocere a 180 °C per 15-25 minuti.

CAPENA

A Capena il ritmo della tradizione culinaria è scandito da feste e occasioni speciali. Per le comunioni e per il 25 aprile si preparano, con lo stesso impasto, la Sposatella, per le bambine, e il Lepericchio, per i bambini. A Natale invece le tavole dei capenati sono arricchite dal serpentone, un dolce che rappresenta la rinascita, e dal pangiallo. La tradizione è talmente forte che molti in paese ricordano ancora le donne che durante il periodo natalizio sfilavano per le vie del paese verso i forni di Alveria Francellini e di D’Acunto, per poter cuocere ciò che avevano preparato.

La Sposatella e il Lepericchio
1 bicchiere di zucchero semolato
1 bicchiere di olio extravergine di oliva
1 bicchiere di vino
Farina qb per un impasto morbido
1 uovo da inserire al centro
1 uovo per spennellare
Impastare il tutto a mano su una spianatoia fino a ottenere un panetto morbido.
Fare riposare l’impasto coperto da un canovaccio.
Formare la Sposatella e il Lepericchio con tutte le decorazioni.
Inserire un uovo al centro e fissarlo con due strisce di impasto.
Spennellare con l’uovo sbattuto e infornare su una teglia ricoperta di carta forno in forno statico e preriscaldato a 160° per circa 50 minuti

Serpentone — di Resy
Per la pasta:
250gr di farina 00
1 uovo
25gr di zucchero
60ml di vino bianco
30gr di olio di oliva
1 cucchiaio di rum
1 cucchiaio di alchermes
1 cucchiaino di cannella in polvere
Unire la farina setacciata a tutti gli altri ingredienti. Lavoratela sulla spianatoia per renderla liscia ed uniforme, avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigorifero almeno 30 minuti.

Per il ripieno:
125gr di mandorle (o nocciole o un misto di entrambe)
125gr di zucchero semolato
70gr di cioccolato fondente (o 50gr di cioccolato fondente e 20 gr di cacao amaro in polvere)
2 cucchiai di rum
2 cucchiai di alchermes
scorza di un limone
scorza grattugiata di un’arancia
Sbucciare le mandorle dopo averle immerse per alcuni minuti in acqua bollente. Una volta asciutte tostare in forno insieme alle nocciole per 13min a 180° gradi. Appena si raffreddate sminuzzarle con noci e cioccolato e poi unire il composto a tutti gli altri ingredienti.
Allargare la pasta e formare un ovale sottile. Distribuire il ripieno lasciando circa 1-2 cm di bordo che andrà bagnato con uovo battuto. Un bordo andrà ripiegato più appuntito per formare la testa del serpente. Avvolgere il resto lungo la parte più arrotondata dando una forma al corpo del serpente.
Per gli occhi usare due chiodi di garofano e una mandorla come lingua.
Spennellare il serpentone con uovo battuto e cuocere in forno statico preriscaldato a 180° per circa 35-40 min.

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