di Maria Vittoria Massarin

Quando a inizio anno ho aperto la mia casella di posta elettronica e ho visto fra i messaggi non letti l’indirizzo mail di Angelo Zito, mi è bastato leggere l’oggetto per sapere che mi aspettava un’altra bella avventura in compagnia delle sue poesie. Mai come in quel caso ho sentito il bisogno di mollare tutto quello che stavo facendo per leggere il contenuto della mail. L’oggetto recitava semplicemente “Nuovo Libro”, ma già sapevo che quelle due parole non avrebbero mai reso giustizia a tutto quello che miravano a riassumere.

Dentro la mail ho trovato il pdf della copertina e la promessa che la mattina seguente il libro sarebbe arrivato in redazione. La pandemia purtroppo ha ritardato la consegna della copia cartacea, ma Angelo, che ormai mi conosce, sa che non avrei saputo aspettare ed il giorno dopo mi ha inviato tutto il libro in pdf. Lui stesso lo definisce una raccolta di “confessioni senza censure di un innamorato alle prime armi”, ma leggendo i versi è chiaro che chi li ha scritti non è affatto alle prime armi. Angelo Zito è un poeta che ha la capacità di guidare il lettore alla scoperta delle sue poesie, con un’abilità particolare nel rendere i versi in romano scorrevoli e naturali anche per chi non è familiare con il dialetto dell’Urbe.

De che scrivo stasera?

E mó dovrei scrive quattro versi
ma er dolore de oggi nun cià storia
e l’occhi me sò rimasti sopra er muro. Er tempo passa er fojo resta intatto
le parole troveranno un zenzo
quanno che sortiremo dar presente.

Dopo gli ultimi versi di “De che scrivo stasera?” potrebbe essere superfluo dire che, come sempre, leggere le sue poesie è stato magico, ma quando le parole ti regalano viaggi inaspettati è giusto rendergli giustizia. Nel mio viaggio ho rincontrato Catullo e Lesbia, già protagonisti di una raccolta di poesie di Angelo, ma ho anche letto di Orazio e di Adriano Imperatore per poi arrivare al ricordo pungente di Gigi Proietti, per quelle “persone che hanno un posto nei ricordi” e che Angelo vede “sbiadite nei contorni”.

La particolare attenzione alla rilegatura del volume rende la raccolta un gioiello dentro e fuori, ed è anche per questo che la mia copia n° 35 si è guadagnata da subito un posto speciale sullo scaffale della mia libreria dedicato alla poesia, accanto a tutti gli altri tesori che Angelo mi ha regalato nel tempo.

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