a cura di Luca Benigni

Per la discarica si torna a Magliano Romano. Da informazioni che abbiamo raccolto, è scattato il conto alla rovescia per trasformare l’impianto da sito  per inerti, come è attualmente, in discarica vera propria. La direzione di marcia della Regione sembra ormai definita e dovrebbe diventare  ufficiale entro 10 giorni.

L’impianto di Magliano Romano è attualmente costituito da una piccola cava, trasformata in sito per ospitare calcinacci, con atto del Comune circa 10 anni orsono. È il peccato originale che rende il sito aggredibile. Nei mesi scorsi è passato nel controllo di Acea ed oggi è candidato a essere parte integrante, quasi fondamentale, di quel piano straordinario volto a liberare Roma dai rifiuti.

Formalmente il nuovo impianto dovrebbe essere al servizio dei comuni dell’area metropolitana ma una volta avviato, nulla esclude, basta un accordo, perché serva ad accogliere anche e soprattutto quelli della Capitale.

Discarica da 890mila metri cubi

Anche perché nei 17 centri della Cassia, Tiberina e Flaminia la raccolta differenziata è, quasi ovunque, tra il 70 e l’80%. Invece la capienza accordata, secondo indiscrezioni, è pari a  890 mila metri cubi di rifiuti. Una quantità enorme.

L’ accordo tra comune di Roma e Acea per altro è di quelli facili facili, praticamente si gioca in casa. Il sindaco di Roma, infatti,  è anche, in virtù della riforma Del Rio che ha abolito alcune province, presidente dell’Area metropolitana ed il Comune di Roma ha nel cassetto il 51% delle multiutility comunale. Il percorso così tracciato ha una sua linearità ma prevede una curva strettissima difficile da superare senza andare fuori strada: in verità si tratta di una vera e propria inversione ad U. 

Infatti smentisce in modo devastante l’impegno di sindaci, movimenti, associazioni e dello stesso Pd a livello provinciale contro l’ipotesi Magliano Romano. L’ultima manifestazione c’è stata sotto il Campidoglio, nei mesi scorsi, ed in prima fila erano schierati i primi cittadini dei comuni della provincia con Esterino Montino, sindaco di Fiumicino e coordinatore dei sindaci pd. L’atto che in queste ore è sul tavolo degli uffici regionali azzera, in un sol colpo, questa linea. Scontato, quasi logico, che si preparino barricate.

I sindaci: la discarica non si può fare

Il sindaco di Magliano Romano, Francesco Mancini, ha oggi scritto a tutti i sindaci dell’area. La risposta dei colleghi, a prescindere dall’appartenenza politica, è stata di convocare immediatamente il Consiglio dei comuni del Parco di Veio, (Magliano è nel perimetro dell’area protetta) e la Conferenza dei sindaci.

Il sindaco di Rignano, Vincenzo Marcorelli conferma il suo no “per le ragioni oggettive che sono state illustrate più volte. Inoltre la conferenza dei servizi non è stata chiusa, abbiamo chiesto di avere la nuovo documentazione presentata da Idea4 (società proprietaria del sito) per esprimere il nostro parere”; Riccardo Travaglini, sindaco di Castelnuovo di Porto, conferma la sua opposizione poiche la discarica “verrebbe a impattare con le terre del Parco di Veio”, e con il suo comune, che è da circa un mese inserito tra i borghi più belli d’Italia.

Insomma il muro del no si rinforza, e l’inversione di marcia rischia di trasformarsi in un rovinoso crash test.

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