Il 9 maggio di ogni anno dal 1978, Torrita ricorda Aldo Moro con dolcezza e grande coinviolgimento. Il piccolo borgo sospeso sulla Valle del Tevere è quello dove l’uomo politico e la sua famiglia vivevano la serenità dei giorni di riposo lontano dalle temperie politiche. Per Moro,la moglie Noretta e i figli, quelle vie strette, la chiesa , la messa della domenica, la stessa gente del paese, erano il mondo della dolce normalità di un qualunque fine settimana degli anni 70.  Quarantaquattro anni fa questo equilibrio fu spazzato via con violenza. E insieme fu spazzato via il percorso che Moro immaginava per costruire un Italia diversa. Il  corpo crivellato dai  colpi sparati dalla Brigate Rosse fu ritrovato a Roma in via Caetani. Una ferocia che ancora oggi è sovrastata dalle ombre di complotti nazionali e internazionali. Alla cerimonia che si è svolta oggi nella quiete del piccolo cimitero comunale dove Moro e la moglie riposano, hanno partecipato il consigliere Emiliano  Minnucci come rappresentante della Regione Lazio, il sindaco di Torrita Rita Colafigli , sindaci del territorio, il vice presidente della Citta Metropolitana,  Pierluigi Sanna. Funzionari della Presidenza della Repubblica hanno deposto il cuscino inviato dal Presidente Sergio Mattarella che a Moro era molto legato.

 

Emiliano Minnucci, a Moro siamo debitori

“Da ex membro della commissione Aldo Moro alla Camera dei Deputati – ha dichiarato il consigliere Emiliano Minnucci –  da amministratore, da cittadino, la commemorazione di quest’oggi riveste un significato particolare. L’omaggio alla memoria di una di uno statista, verso cui tutti noi siamo debitori. Il suo martirio laico da parte della barbarie del terrorismo rappresenta un patrimonio collettivo.” Il carattere raccolto  e sentito della cerimonia – “qui la famiglia Moro era semplicemente  a casa- dice il sindaco Rita Colafigli e qui riposa- è un pezzo della nostra memoria”,  è lontano da ogni vis polemica”. 

Critiche della famglia Moro a Esterno notte di Bellocchio 

E invece nella stampa nazionale la contesa sui quei 55 giorni di prigionia di Moro prima della sua uccisione, trova nuovo spazio.  A scatenare il dibattito questa volta “Esterno notte”, la serie tv di Marcol Bellocchio sul rapimento Aldo Moro, con Fabrizio Gifuni nei panni dello statista. Si tratta di uno dei prodotti italiani più attesi a Cannes e arriverà come film nelle sale in due parti, la prima dal 18 maggio, la seconda dal 9 giugno 2022, prima di essere trasmesso nell’originale formato di serie Tv in autunno, su Rai 1. Maria Fida Moro e il figlio Luca,  all’epoca aveva due anni e spesso è citato dal nonno nelle sue lettere, non approvano il racconto del film, lontano dalla realtà dell’uomo Moro – dicono-  troppo indulgente con chi lo uccise”. Per loro questo giorno del ‘78 è quello che terremotò  il loro mondo, quello  di una famiglia che si rifugiava a Torrita per star bene.

 

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