Tornando a parlare di ambiente, è giusto iniziare questo articolo dal materiale che più di tutti inquina l’ambiente: la plastica. In questi anni si è parlato tantissimo di plastica, di quanto inquini i mari, la terraferma, di quanto la sua produzione contribuisca ad immettere CO2 nell’atmosfera e, soprattutto, di quanto sia grande l’abuso di questo materiale.

 

Dal packaging alimentare, fino ai paraurti delle automobili, la plastica è ovunque. Tuttavia, il vero problema di questo polimero non sta tanto nel suo utilizzo specifico, quanto nel suo impiego per prodotti usa e getta. Si stima che la produzione di plastica possa arrivare a triplicare nei prossimi 40 anni e che il riciclo possa riuscire a coprire solo un quinto di questa materia prodotta.

 

Sul fenomeno inquinamento da materie plastiche sono ormai molti anni che stiamo cercando, a livello legislativo, un modo per risanare una situazione molto critica. La scorsa settimana si sono concluse a Parigi le trattative per quella che sarà, entro novembre, la scrittura della prima bozza del Trattato globale sulla plastica. I 170 Paesi ONU hanno superato le tensioni iniziali, riuscendo a raggiungere un accordo nell’ultimo giorno di vertice.

 

Alcuni Paesi come USA e Arabia Saudita preferiscono adottare misure che prevedono obiettivi a livello nazionale, mentre Paesi più idealisti come UE, Giappone, Cile e stati insulari, preferiscono stabilire dei target a livello globale. Ad ogni modo, si spera di riuscire a raggiungere un accordo efficace entro la data prevista di novembre.

 

 

 

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