Gli agricoltori di Capena pensano ora ad organizzare una sorta di autodifesa contro il fuoco che brucia i raccolti. Acquistare delle cisterne agricole antincendio trainabili con i trattori capaci di 3 /4 mila litri d’acqua per avere una minima capacità di pronto intervento. Dice Umberto Di Pietro “stiamo pensando di acquistare una cisterna facendo una colletta tra gli agricoltori e di chiedere un sostegno all’amministrazione comunale. Meglio se ne potessimo acquistare due. Costituirebbero una forma di difesa dei raccolti, accettabile”. 

 

Bruciare il grano è una sorta di sacrilegio

I latori della proposta nei giorni scorsi hanno visto andare in fumo un anno di lavoro. E’ bruciato un campo di grano. Quello speciale, grano duro del senatore Cappelli, una qualità pregiata. Visti i tempi che ci sono toccati in sorte, la guerra a due ore di volo, il grano bloccato nei silos ucraini, il rischio di carestia per i paesi del medio oriente e le popolazioni africane, è quasi una bestemmia. Come quella che lanciò verso il cielo, un giorno d’estate,  un pastore sui monti di Borbona quando scoprì che le pecore avevano deciso di disertare il recinto e fare due passi nella valle. Echeggiò tra le vette una bestemmia solenne che si propagò di valle in valle.

Ecco, il grano bruciato, qualche giorno prima l’orzo, e poi un uliveto sono un insulto che induce al sacrilegio. Per altro questi incendi hanno causato danni anche ad un pozzo Acea che ha dovuto interrompere l’erogazione dell’acqua potabile in alcuni quartieri del paese. Il fuoco che distrugge cibo e prosciuga i pozzi, rilascia massicce dosi di inquietudine. La transizione ambientale annunciata da anni, spesso snobbata, quasi ignorata, in questi mesi ha preso a camminarci a fianco e ci strattona. L’accompagna però l’ombra pesante del dubbio che le fiamme non siano casuali. D’altra parte gli anziani dicono sempre che “il fuoco non si accende da solo”. Ma a questo penseranno le forze dell’ordine, la comunità deve pensare invece a come proteggere i campi maturi.

Andati in fumo 35 quintali del grano pregiato Senatore Cappelli

Di certo il mondo agricolo appare senza difese. L’ultimo incendio ha bruciato piante di olivo, il penultimo 35 quintali circa di buon grano. Tagliando il campo con una striscia di terra arata a bordo del trattore e con le fiamme a pochi metri, il proprietario ha salvato la metà del raccolto di grano tenero. In fumo tre ettari di fatica e denari. “Abbiamo salvato una piccola parte del prodotto, quello meno pregiato – spiega Umberto -. Ma abbiamo perso il fiore all’occhiello della nostra produzione il senatore Cappelli che molti ci invidiano perché è una sfida coltivarlo. Quello non c’è più”.

Costo di una cisterna 15000 euro

Il fatto è che proteggere i raccolti non è tra le priorità dei servizi antincendio. Per vigili del fuoco e protezione civile, prima viene la tutela di abitazioni e persone poi le coltivazioni. Tanto è vero che nel caso in questione i mezzi dei Vigili sono partiti da Bracciano e non da Passo Corese, distaccamento più vicino. “Per le cisterne stiamo già chiedendo preventivi – spiega Di Pietro –  un mezzo  costa circa 15 mila euro. Nei prossimi giorni inoltreremo la richiesta al Comune per verificare il tipo di contributo che può attivare. Chiediamo di darci una mano. Ma bisogna far presto visto che la mancanza di piogge proseguirà ancora per molti giorni”.  

Per altro due cisterne di 4000 litri potrebbero essere integrate con il sistema antincendio comunale potenziandolo notevolmente. Fare di più per proteggere campi, boschi e case  contro gli incendi che su queste colline sono di casa.

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