A S.Oreste si riprende a lavorare intorno alla millenaria chiesetta di S. Maria Hospitalis.

Reca nelle mura i segni del tempo dei Carolingi che, su queste terre e nelle aree a ridosso, sono stati di casa. “Si tratta di plutei, timpani in marmo reimpiegati co­me coperture d’altare – spiega un documento comunale –  incastonati nell’architettonica della chiesa, per esempio nel campanile, quando il tempio subì una completa ristrutturazione nel 1500. Sono opere di notevole rilievo artistico.

La datazione dei  rilievi è collocabile tra VIII e IX sec”. Pezzi di anime e storie che stanno sotto il sole del Soratte da oltre mille anni. Questo luogo di culto – a cui  la comunità è assai legata perché chi si trova sulla via che porta al cimitero – sarà rimesso a nuovo.

 

Lavori di recupero in due fasi

La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale ha comunicato, infatti, all’Amministrazione comunale che a breve riprenderà il restauro: “La chiesa, gravemente danneggiata da infiltrazioni di acqua, – spiega in una nota l’ente del Ministero dei beni culturali – negli anni 2016/17 è stata oggetto da parte della Soprintendenza di un complesso intervento di risanamento delle strutture murarie, al quale è seguita un’operazione di recupero e restauro degli affreschi dell’abside e dell’arcone, e di alcuni frammenti superstiti di una più ampia decorazione della parete sinistra, tra cui una Madonna in trono con il Bambino e una Santa Lucia.

Tuttavia questa è stata solo la prima fase di un progetto più articolato che mira al recupero totale dell’edificio”. Due gli step previsti “ Alla conclusione dei lavori di recupero architettonico, di cui è in programma il secondo lotto, – aggiunge la Sovraintendenza – seguirà il restauro dei lacerti decorativi sulla parete destra, in particolare della piccola nicchia del 1400, affrescata con la figura di S. Sebastiano all’interno di una sequenza di pannelli decorati a finto marmo, probabilmente opera di un artista itinerante specializzato in decorazioni a carattere votivo. A conclusione si interverrà su tutte le pareti al fine di uniformare il tono e armonizzarlo con gli affreschi. L’intervento di restauro riguarderà anche la facciata esterna, che presenta dei frammenti di affresco ed elementi lapidei di epoca alto-medievale”.

Cosi la chiesa resterà intatta in saecula saeculorum

Un documento comunale racconta che “l’interno conserva notevoli affreschi come una splendida Madonna in trono avvicinata spesso alla scuola di Piero della Francesca, e bellissime de­corazioni a grottesca e, ancora leggibile, una Assunzione nell’abside”.

La chiesa fu consacrata nel 1540, il 4 maggio. Unito ad essa sorgeva, come si vede dai caseggiati, “un ospedale” adibito a ricovero per pellegrini e malati che nel 1800 fu trasferito in paese”. L’ospedale non c’è più, resta la chiesetta che con i restauri si avvia a restare intatta in saecula saeculorum.

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