Sabato 7 dicembre a Riano, presso l’accademia Ludus Tonalis, alle ore 18.30, Teresa Cuparo presenterà il suo nuovo e integrale romanzo, dal titolo “Figlia della terra”, edito da Emia. Un romanzo che è un viaggio nel tempo e che rappresenta un inno alla vita, decantata in maniera passata, presente e futura. Un libro che racconta la storia di una donna, la nonna dell’autrice, che visse il proprio tempo con amore, dolore e tormento, ma soprattutto con testa e cuore proiettati sempre, e di continuo, nel presente. Un presente, quello dell’autrice, colmo di ricordi e in cui la memoria della nonna è carne più viva che mai, per gli insegnamenti, per i moniti e per gli strascichi di quel tempo senza tempo vissuto dalla protagonista; un presente che guarda, però, e incessantemente al futuro. Il futuro di chi questo romanzo, scritto con inchiostro marcato nel sangue, lo leggerà per conoscenza, curiosità o, più semplicemente, per trasporto umano. Per divulgazione culturale. Che poi è l’obiettivo primo e ultimo del lavoro editoriale dell’autrice.

Un romanzo d’origine. Di formazione in progressione. “Racconto mia nonna oltre sé stessa. La racconto ˗ dice Teresa Cuparo ˗ perché la sua esistenza merita di essere conosciuta. Per l’ampiezza del tempo storico. Per la singolarità del suo vissuto. Per l’amore con cui l’ha custodito, supportato e sopportato quel suo tempo di enigmi familiari, in cui la parola amore, per una donna, femmina del Sud Italia più pregno, è qualcosa di più, molto di più, di un sostantivo di emozioni”.

Uno scritto che è costato fatica all’autrice mettere su carta. “Il romanzo è il frutto di una promessa ˗ continua Teresa Cuparo ˗ fattale in punta di morte, nell’attimo prima di un trapasso esistenziale che lei avvertiva compiersi. Una promessa che per me è stata un tormento, un vero tormento, tra il dire e il non dire, tra il volere e il potere, tra l’amore, appunto, e il dolore, in aggiunta. C’è voluto tempo. E alla fine, però, il tempo è arrivato come se non me ne accorgessi nemmeno. Dal momento che la storia è decantazione allo stato puro. La verità è storia. E io di lei racconto quella verità vissuta e sottaciuta per troppo tempo”.

Ci sono elementi simbolici profondi nel romanzo, che fanno parte ancora oggi del tessuto sociale e civile del Meridione d’Italia. Ambientato tra Calabria e Sicilia, infatti, le 200 pagine del libro, sono momenti di lettura paradigmatici, e al contempo, letterali e letterati, di come si viveva e si vive, in alcuni ambienti, la famiglia, la socialità e la vita. “Non è stato semplice per me scriverlo ˗ aggiunge Teresa Cuparo ˗ perché molte delle cose che racconto sono parte viva della mia stessa esistenza, sentite narrare direttamente da lei o dai miei, che di lei conoscevano la parte di sostanza storica mancante però di forma esistenziale. Per questo parlo di fatica. Nel senso letterale del termine. Fatica di rievocare ciò che la stessa rievocazione non dice”.

Nel libro, aspro, autentico e vero, ci sono tanti dialoghi e c’è tanta ambientazione, locale, dialettale e regionale. La forma cruda delle parole, anche in questo, non fan altro che aggiungere valore a questo libro, in cui ogni parola è usata per dire quella determinata cosa. Ha lavorato di cesello la Cuparo. Riuscendoci. “Il dialetto è la mia seconda pelle ˗ aggiunge Teresa Cuparo ˗ fa parte del mio mondo. Che sia calabro o siciliano, io mi sento donna del Sud in tutto e per tutto. E chi conosce il Sud sa bene che la lingua che lo caratterizza è proprio quella e non è altro. Un termine dialettale significa più di mille parole italiane. Ti blocca il momento. Ti fissa l’attimo. Come fa un pugno allo stomaco. Come fa una rosa in un vaso. Come fa il silenzio quando arriva dopo tante parole”.

Sabato, di silenzi parlati, secondo me, ce ne saranno tanti. Dialogherò con lei e penso che, per chi lo vorrà, l’evento sarà una bell’occasione per scambiarsi informazioni narrative. Per sorprenderci. Per meravigliarci. Per istigarci alla lettura. Che già di per sé un viaggio. Ma che per libri come questi… diventano itinerari dell’anima.
L’appuntamento è in agenda. Per chi può, per chi vuole, per chi si trova nei paraggi…

La locandina dell’evento del 7 dicembre a Riano, presso la Ludus Tonalis
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