Eco Sound Fest

Più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta sé stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri”.

Sono le parole di Italo Calvino ne Le Città Invisibili a dare il benvenuto al visitatore una volta entrato all’Eco Sound Fest di Caprarola. Sono scritte su una porta vecchia, da buttare, piazzata addosso un’aiuola nel verde del giardino delle ex Scuderie Farnese.

Un luogo magico, uno spazio piccolo e accogliente. Il palco e gli stand gastronomici posti all’ombra di un grande castagno. Altalene, tavoli, poltrone, fatte tutte di materiali riciclati. Un’area camping che domina dall’alto. Questa la scenografia del festival organizzato dalla Proloco del paese viterbese, andato in scena lo scorso 26-27 luglio, con serata conclusiva il 4 agosto. Sul palco si sono alternati generi e artisti diversi: dal rap nudo e crudo di Noyz Narcos (sold out il suo concerto) fino alla voce senza tempo di Nada, passando per l’indie dei Canova di Clavdio. “Anche quest’anno è stata una grande soddisfazione aver portato nel nostro paese migliaia di giovani da tutta Italiadicono gli organizzatoritutti accumunati dalla passione per la musica e dalla sensibilità per le tematiche ambientali”.

La ricetta vincente dell’Eco Sound Fest è proprio questa: unire la creatività musicale alla riduzione dell’impatto ambientale, portando nomi di rilievo ma normalmente fuori dai grandi palcoscenici nella terra della Tuscia. Nel 2016 su questo palco si alternarono i Nobraino, Muro Del Canto e Giancane. Nel 2017 i Planet Funk, i Pinguini Tattici Nucleari, Dardust e Gazzelle. L’anno scorso fu il momento di Eugenio In Via Di Gioia, Murubutu e Rancore.

Nomi che adesso assediano radio e classifiche, con milioni di visualizzazioni e di ascoltatori. “Qui il ritmo della musica si fonde con lo scorrere lento della vita – si legge sulla pagina dell’evento – dove l’esistenza dell’uomo è ancora scandita dai tempi della natura. L’allestimento del parco viene effettuato con ornamenti costruiti attraverso il riciclo creativo e, durante la manifestazione, sono utilizzati soltanto materiali ecocompatibili ed è attuata una corretta politica di smaltimento dei rifiuti”.

E l’aria che si respira è proprio quella di una festa diversa, alternativa. Uno slow party da opporre a quelli del caos cittadino, un festival piccolo e per questo accogliente, a misura di tutti, grandi e piccoli, appassionati di musica e non. Varcando la porta di Calvino, nel giardino di castagni, sembra veramente di salvarsi dai “confini di Leonia, ricoperti da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta”. Il prossimo anno, a fine luglio, sapete dove andare.

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