Questa Itaca tratta di un biglietto. Scritto in tempo di guerra Ucraina. Scritto in maniera essenziale, rapida. Uno di quei biglietti che fa male solo leggere. Per quanto tragicamente reale. Uno biglietto che immortala un tragico preciso momento di guerra. E che lo fa più di una fotografia. Perché l’immagine, questo scritto, la contiene in sé, nel momento stesso in cui lo si legge. Anzi: è immagine sia l’inchiostro e sia la carta di questo scritto…

Giorni fa, a Mariupol, città passata alla cronaca storica di queste ultime settimane come uno dei luoghi più bombardati (e martoriati) dall’esercito russo in Ucraina, è stato ritrovato, appallottolato, nella tasca di uno degli oltre 40mila sfollati dalla città, un bigliettino, scritto a mano da un uomo e rivolto ad un altro uomo (si ipotizza un padre e suo figlio) dopo un lancio di bombe.

Lì, a Mariupol, di bombardamenti pare ce ne sia stato uno ogni cinque minuti…

Nel biglietto accartocciato e rinvenuto nella tasca di questo uomo senza volto è riportato un nome, un indirizzo, un numero di telefono e un disegno.

Fate sapere! – c’è scritto, quasi a mo’ di invocazione – Dima, tua madre è morta il 9 marzo 2022. È morta rapidamente. Il palazzo è andato a fuoco”.

“Dima – c’è scritto a mo’ di dolore – mi dispiace di non averla potuta salvare. L’ho seppellita in giardino, vicino all’asilo, qui c’è la mappa. Ti voglio bene”.

La cartina abbozzata nel foglietto indica il luogo della sepoltura della mamma del destinatario senza volto. É collocata in mezzo ad alcuni alberi. Poi attorno a questo povero monumento di improvviso interramento c’è un muro, una specie di recinzione, seguita dallo schizzo di una tubazione di riscaldamento (così si suppone). Proprio sotto al punto di sepoltura del corpo della mamma di Dimitry, c’è scritto una misura: 2 metri!

Che è la profondità cui si trova il corpo.

Quell’indicazione, che parla di morte sprofondata, per i posteri di quel brandello presuppone una memoria. Di un’esumazione che sa di speranza. In attesa che tutto finisca il più presto possibile. Così, per dare anche degna sepoltura alla mamma, una delle tante madri che stanno perdendo la vita in questa guerra, di uno di quei tanti Dimitry che stanno difendendosi da un’invasione…

Itaca, che è anche viaggio di umanità, sa che ogni distanza fisica e geografica, quando tratta di umanità, diventa vicinanza. Contatto di emozione. Quello che parla di un’umanità in sfacelo quando c’è la guerra…

P.S. La foto del pezzetto di carta indirizzato a Dimitry (Dima è un diminutivo) e scritto con frasi in russo e con una mappa disegnata alla bella e meglio a mano è stata pubblicata dal giornalista Sergej Sumlenny nelle chat di Telegram.

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