Viaggio su come si declina nei nostri Comuni la linea Maginot contro gli effetti devastanti della pandemia Covid-19 sul tessuto sociale delle nostre comunità. Oggi il racconto di Riccardo Travaglini sindaco di Castelnuovo di Porto.

Caro sindaco a che punto il viaggio della solidarietà nel suo comune? Quanti pacchi spesa consegnati? Quanti buoni?

La solidarietà è il vero anticorpo al virus. A Castelnuovo di Porto un’energia silenziosa e massiccia si è messa in moto da subito spontaneamente. Abbiamo iniziato il 13 febbraio a distribuire pacchi alimentari a chi ne aveva bisogno. E’ stato un lavoro di squadra portato avanti insieme alla Parrocchia di Santa Lucia, alla Caritas e ai Volontari del Soccorso che sono attivi h24 presso il nostro Centro Operativo Comunale. Oggi siamo arrivati a distribuire 20-25 pacchi al giorno. Dentro ci sono anche prodotti freschi come carne, frutta e verdura. Questo è reso possibile grazie alle donazioni quotidiane di molti concittadini e di associazioni del territorio come La Pleiade. C’è chi dona denaro e chi compra qualcosa da lasciare nei cestini della “spesa in sospeso” che si trovano davanti i supermercati e i punti commerciali di Castelnuovo. Voglio anche dire che i volontari si occupano di assistenza alle persone anziane e malate a cui portano a casa i farmaci e che accompagnano a ritirare la pensione.  Insomma chi può dà una mano e di questo voglio ringraziare davvero tutti, sono orgoglioso della mia comunità. Addirittura in questi giorni il numero di cittadini che si sono dedicati al volontariato è anche aumentato. Dal 5 aprile, poi, abbiamo iniziato la distribuzioni dei Buoni Spesa. Per richiederli c’è tempo fino al 18 aprile seguendo semplici procedure indicate sul sito del Comune di Castelnuovo di Porto. Solo il primo giorno abbiamo ricevuto quasi 200 richieste di aiuto. Lavoriamo a ritmi serrati per dare risposte celeri a tutti e per ora stiamo raggiungendo 30 famiglie al giorno. E’ il momento di dimostrare che le istituzioni sono vicini ai cittadini e noi ce la stiamo mettendo tutta.

Nel comune sentire della sua gente lo tsunami Covid è un graffio o una ferita profonda?

Sicuramente una ferita. Da diversi giorni, la popolazione  sta vivendo in semi-isolamento e certamente una delle questioni più pressanti,  oltre ai risvolti economici dell’emergenza, riguarda gli impatti psicologici della quarantena sulle persone. Ma sono convinto che questo periodo di radicale cambiamento dello stile di vita quotidiano può diventare anche un’opportunità per ripensare al nostro rapporto con i valori a cui ispiriamo le nostre vite: possiamo far rifiorire sentimenti di altruismo e di solidarietà (come già sta avvenendo), possiamo coltivare la qualità delle relazioni e aumentare l’affettività e l’empatia. Insomma in questo contesto di incertezza e di preoccupazione, anche il sacrificio può essere funzionale a piccoli miglioramenti personali e sociali. Faccio un esempio. Restare a casa ci costringe a rapportarci con chi ci è accanto, la famiglia, i vicini di casa. Abbiamo più tempo per dedicarci a loro, e magari anche per aiutarci di più. Possiamo metterci in ascolto e capire se qualcuno ha bisogno di noi. Questo è davvero il momento giusto.

Ci vorranno lunghe cure per riprendersi o tutto tornerà al suo posto in poco tempo?

Credo che per tornare alla normalità ci vorrà del tempo, ma è possibile rendere i periodi di isolamento “più tollerabili”. Una delle misure necessarie da adottare è sicuramente quella di spiegare con chiarezza che cosa sta succedendo,  garantendo una comunicazione istituzionale trasparente e rinforzando il senso di altruismo nella cittadinanza. Noi su questo aspetto stiamo puntando molto. Facciamo aggiornamenti in tempo reale sui social perché non vogliamo che si alimentino sentimenti di angoscia  o peggio di panico, attraverso fake news che possano portare al disorientamento. Al contrario vogliamo trasmettere ai cittadini un messaggio di presenza costante: tutti i livelli istituzionali sono impegnati per uscire dalla emergenza e per riprenderci dalla crisi. Ci vorrà tempo ma insieme ce la faremo, questo è il principio fondamentale che ispira la nostra azione.

Sulle gambe e sulle braccia di chi ha camminato la solidarietà?

La solidarietà cammina ovunque a Castelnuovo di Porto, anche sui social. Penso alla “solidarietà digitale” che si affianca a quella materiale sopra descritta. Abbiamo esempi di supporti psicologici, tramite videochiamata, o di laboratori creativi per intrattenere i bambini, veri eroi in questa durissima battaglia che li costringe in casa. Ne sono esempi i servizi offerti dal CERP o dal Consorzio Socio Sanitario Valle del Tevere. Solidarietà insomma non significa solo mettere a disposizione gambe e braccia ma anche cervelli e preparazione. E anche questa è stata una sorprendente riscoperta che, sono sicuro, ci aiuterà a ripartire.

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