Memo Remigi al secolo Emilio Remigi è un cantante, paroliere, compositore e conduttore di grande successo. Partecipa al Festival di Sanremo la prima volta in coppia con Sergio Endrigo nel 1967 con la canzone “Dove credi di andare”, nel 1969 con “In famiglia” e nel 1973 “Il mondo è qui”. Il filo conduttore della carriera di Memo Remigi è senza dubbio la musica, ma per chi ha superato i 30 anni alla frase ”strapazzami di coccole” non può non far riemergere dalla scatola dei ricordi dell’infanzia il dolce Topo Gigio.

“Oh l’Olanda…” il tormentone di Propaganda Live le ha permesso di riavvicinarsi ad un pubblico di giovanissimi, ci parla di questa nuova esperienza?

Non solo il tormentone “Oh l’Olanda…”ma tutta la trasmissione di Propaganda Live, anche nella precedente edizione, mi ha dato la possibilità di rivelarmi ad un pubblico totalmente diverso che probabilmente mi identificava ancora come il ragazzino per bene con la camicia e la cravatta che “si innamorava a Milano”. La mia identità era quella, vivendo invece in questo bellissimo ambiente che è Propaganda è venuto fuori un Memo Remigi divertente, allegro così com’è il mio carattere. È stata una piacevole scoperta sia per me che per il pubblico.

Dall’ironia di una piacevole canzone ad un tema molto delicato come l’immigrazione …

È un problema che riguarda tutti. C’è il pro ed il contro, dal punto di vista umano mi commuove vedere questa gente disperata in mezzo al mare che rischia la vita, dall’altra parte non riusciamo ad accoglierli come dovremmo perché anche in Italia ci sono serie difficoltà e non siamo in grado di garantire loro una vita migliore. Quindi è sempre difficile prendere una posizione e giudicare, è una situazione molto complessa.

La canzone che ha coronato la sua carriera è “Innamorati a Milano”, cosa ricorda dei sui inizi musicali?

Da ragazzo suonavo il pianoforte e componevo delle canzoni. Sfruttavo questa mia dote per cercare di conquistare le ragazzine, soprattutto d’estate a Santa Margherita Ligure, quando incontravo una ragazza che mi piaceva la corteggiavo dicendole di aver composto una canzone per lei, le cantavo la canzone che aveva il suo nome ed ogni volta bastava cambiare il nome e la canzone andava bene per tutte. La cosa funzionava, mio padre mi diceva sempre che se avessi imparato a suonare uno strumento musicale non sarei morto di fame … io me ne accorsi anche dai miei primi istinti sessuali. Finché facendo questo gioco non incontrai il famoso maestro Giovanni D’anzi che mi ascoltò e chiese a mio padre di portami con lui a Milano nella sua casa editrice. Da quel momento ho cominciato a prendere seriamente quello che per me era stato un gioco: la musica. Proprio nel suo ufficio, presso la Galleria del Corso a Milano considerato la fucina della musica leggera italiana, è nata la canzone “Innamorati a Milano”, che ho dedicato a mia moglie Lucia.

“Ma cosa mi dici mai …” vogliamo raccontare ai bambini di oggi la citazione del topo televisivo più famoso d’Italia?

Una soddisfazione che continua ancora oggi. I bambini di allora che oggi sono genitori quando m’incontrano con i loro bambini mi chiedono sempre di fare TOPO GIGIO e i bambini mi guardano attoniti e i loro genitori si emozionano … hanno tutti ancora questo ricordo di topo Gigio a cui sono legatissimi. Io riuscivo ad avere con topo Gigio un rapporto quasi umano, non lo consideravo un pupazzo. Un gioco televisivo ma tutti quelli che hanno avuto a che fare con topo Gigio lo trattavano come se esistesse davvero.

È vero che lei è orgogliosamente legato a dei “tour particolari”, ce ne vuole parlare?

Si, nelle Case di Riposo. Canto per quella generazione che è cresciuta con le mie canzoni o le canzoni immortali di Giovanni D’anzi, di Carlo Alberto Rossi oppure di Gorni Kramer. Perché non cantare a quel pubblico che si è emozionato, innamorato addirittura sposato ascoltando queste canzoni? Purtroppo, oggi non le ascoltano più perché nessuno gliele propone. Mi è venuta questa idea essendo io della loro stessa generazione, ho incontrato persone meravigliose nelle case di riposo. Nei miei tour ho trovato moltissime strutture belle e ben organizzate, questi momenti che gli regalo sono molto apprezzati e spesso scappa la lacrimuccia, io li faccio cantare con me le loro canzoni. Sono uno di loro anche se ho la vitalità e la salute a volte sono anche più anziano di loro! Debutto proprio così “sono uno di loro che si esibisce per loro”. Una grande soddisfazione che mi restituisce tanto affetto.

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