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Scavi di S. Marta. Nei primi giorni di settembre, presumibilmente il 6, la Soprintendenza farà il punto della situazione e risponderà per iscritto ai nostri articoli sulla vicenda e alle preoccupazioni dei cittadini in merito al rischio di interramento. Ovviamente pubblicheremo integralmente la eventuale nota ufficiale.

Registriamo un dato oggettivo e positivo: la storia di quei resti non è più relegata dentro gli uffici e stretta nella dialettica tra proprietà e addetti alla tutela,  diventa un fatto pubblico. Un giornale serve a questo. Insomma non siamo soli in questa buona battaglia a tutela della nostra storia e in difesa del bene comune. Dalle notizie che siamo riusciti a raccogliere è certo che fino ad oggi si è proceduto al rinterro delle trincee che non hanno restituito evidenze archeologiche, come sempre avviene in questi casi, poiché non avrebbe alcun senso tenerle a vista.

Lo stato dell’arte

L’area archeologica è stata ripulita da terra e vegetazione (le operazioni sono da completare) e, a breve, verranno portate a termine le indagini archeologiche preventive con scavo di sepolture già individuate nel corso di precedenti indagini preliminari già prescritte dalla Soprintendenza. Tutto questo (rinterro delle trincee con esito negativo e prosecuzione delle indagini preliminari) era stato autorizzato con nota prot. 3792 del 21.05.2021, indirizzata alla Società Marem, che si occupa dei lavori e trasmessa, per conoscenza, anche al Comune. Lo scorso mese di maggio, inoltre, una nota informativa sulla ripresa delle attività di scavo a Santa Marta era stata inviata anche all’indirizzo PEC del Comune di Capena. 

Il personale della Soprintendenza in questi mesi ha effettuato diversi sopralluoghi nell’area ed è in contatto continuo con il professionista archeologo incaricato dalla Società Marem di svolgere sorveglianza in corso d’opera alle attività di ripulitura. E’ chiaro che per ora ogni ipotesi di interramento è pura accademia. Ma resta nel cassetto. C’è spazio per un progetto che valorizzi quell’area e tutto il territorio. Ma occorre determinazione e fare una scelta di campo decisa. 

Quel villaggio era l’antico Bivio. Forse

Alla luce del sole deve restare il ricordo di quella comunità e il percorso di tutela. A ben vedere quei resti potrebbero raccontare la località Bivio di Capena per come è sempre stata, luogo di passaggio e residenziale, luogo di scambi e commerci.  Proprio di fronte a quei terreni per anni si è svolta la fiera di S. Michele che prevedeva, tra le altri cose, un florido commercio di animali e che era appuntamento settembrino per tutta la valle di qua e di là dal Tevere. Quel villaggio, forse, era l’antico Bivio.  

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